1. Alessandro


    Data: 18/05/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar, Fonte: Annunci69

    Non è che avessimo mai parlato molto, quella, però, era stata una domenica speciale per tutta la famiglia e per questo eravamo andati tutti a Roma.
    
    Alessandro se ne restava steso a braccia levate e gambe aperte sulla panca dello spogliatoio di una società sportiva di football per cui aveva appena sostenuto un provino, fissando il casco con maschera e paradenti poggiato davanti a lui. Ventotto anni, capelli biondastri, mascella squadrata, fisico possente, occhi cerulei. Il fidanzato di mia cugina aveva davvero un corpo spettacolare, da far girare le sue coetanee per strada e, a volte, anche qualche quarantenne.
    
    Alessandro, mi guardò un po’ incazzato: “Oh, che cazzo ce fai qui?”
    
    - “Francesca m’ha detto di farti compagnia, finché non saliamo. Staranno fuori ad aspettare l’esito.”
    
    Sollevò le spalle quasi a dire che la mia presenza o meno non avrebbe fatto alcuna differenza. Si alzò in modo grossolano e si tolse la t-shirt della squadra. Poi iniziò a staccare l’attrezzatura pezzo dopo pezzo: giubbotto paraspalle, paracostole, parafianchi, paracoccige, paracosce e paraginocchi. Rimase con il solo sospensorio.
    
    Nello spogliarsi non aveva smesso un attimo di gonfiare e flettere i muscoli, fissandomi negli occhi che lo guardavano pieni di ammirazione.
    
    - “Così mezzo nudo mi fai pensare agli All Blacks, sai…quando i Nude Blacks si esibiscono a Logan Park, a Dunedin.”
    
    - “Bravo! Ma quello è Rugby e io faccio football. Sei sveglio eh?” - E gettò nel borsone alla rinfusa ...
    ... ginocchiere, parabicipiti, paragomiti e guanti imbottiti.
    
    - “No, intendevo…”
    
    - “Sì, ho capito, ho capito…” - mi disse scrollandosi la conchiglia.
    
    Poi si piegò, facendo uno squat, e qualche altro movimento.
    
    - “Pure sta cazzo de conchiglia! L’avevo detto che era piccola. Me sfrega contro le cosce…Me esce tutto de fori. Perciò non correvo bene. Ma mi’ madre non ce sente.”
    
    Si odorò le ascelle, sostenendo che si sarebbe dovuto lavare. Si osservò le unghie sporche dell’olio delle auto che riparava in un’autofficina in attesa di avere la sua grande occasione nel mondo dello sport: “Che merda de provino. Da quarterback so’ stato bravo, ma da ricevitore…’na sega. Non so’ stato abbastanza veloce me sa.”
    
    Ridandomi un minimo di considerazione: “Oh…Me devo rasa’ cazzo e coglioni…” - e m’invitò a seguirlo. Esitai giusto un attimo e, accostatomi alla porta, lo trovai che già si abbassava il sospensorio, tanto che d’istinto chiesi scusa e chiuso l’uscio del cesso.
    
    - “Entra! Che cazzo, ti vergogni?”
    
    Entrai. Alessandro si era seduto sul water e si annusava la conchiglia un po’ ingiallita: “Va bè che hai studiato...Però…Sempre omo sei, no? Tranquillo, non sto a fa’ niente.”
    
    Senza quasi sollevarsi in piedi si sistemò affianco al doccino e, simultaneamente, schiacciò il pulsante dello sciacquone. Come imbambolato, vidi la sua mano destra fra le gambe, le sue natiche pelose divaricate irrorate dal getto, mentre lui mi svegliò dal torpore con la solita finezza: “Mortacci ...
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