Firenze
Data: 22/05/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: TATO, Fonte: EroticiRacconti
Ogni volta che mi sposto per lavoro, che sia in italia che all'estero, porto sempre con mè l'occorrente per diventare, nei miei momenti personali Paola, o meglio, io indosso sempre sotto i pantaloni o collant o autoreggenti, e se sono più tranquilla reggicalze e calze, non ne posso più fare a meno, e quindi, quando posso, do sfogo alla mia personalità femminile, cercando di non far trapelare nulla ai miei colleghi, non si sa mai. Ma aimè, non sempre tutto si può prevedere, e il caso fortuito avviene sempre, mi è capitato settima scorsa, ero a Firenze con un collega di un'altra sede, un uomo sulla settantina, classico omone, barba, ben piazzato, voce possente, il classico maschio dominante. Siamo arrivati all'albergo più o meno alla stessa ora, e una volta consegnate le chiavi, ognuno è andato nella propria stanza, e io ho ritirato i miei vestiti maschili, e ho poi , come sempre faccio, ben disposto il mio vestitino e la mia biancheria intima da Paola, scarpe comprese, ben disposte, sul letto, e accanto i miei inseparabili attrezzi del piacere, un paio di cazzi di gomma, il lubrificante, e la scatolina della gabbietta, che invece indossavo, e tranquillamente sono sceso in sala e poi sono andata a fare una passeggiata. Poi ad un tratto, la reception, mi chiame, e mi dice, di aver commesso un errore, e che la mia camera mi era stata erroneamente assegnata, uno scambio per farla breve, ma che non mi dovevo preoccupare, che stavano provvedendo loro a spostare il tutto, e che il ...
... mio collega era già stato avvertito, e che era già su. ero praticamente terrorizzata, e mi precipitai in camera, entrai nella mia nuova camera, e come temetti, trovai solo i miei vestiti maschili, ben ordinati, di tutto l'occorente di Paola nemmeno una traccia, accidenti, e ora, chi li aveva? non potevo chiederli alla cameriera, e nemmeno al mio collega, dovevo aspettare. A cena io e lui parlammo del più e del meno e di cosa avremmo fatto nei giorni successivi, e del cliente come e cosa volesse, solite cose di rutin. Poi dopo cena, decido di salire in camera mia, ormai avevo perso le speranze di ritrovare le mie cose, di sicuro la cameriera se le era prese visto quanto erano belle, e sapeva che io non potevo dire nulla, ne ero comunque sollevata. Una volta in camera, mi metto nuda, e mi metto a letto, sono sempre depilata e ben profumata, poi ad un tratto sento bussare, mi infilo l'accappatoio e apro, è lui il mio collega Mario, e ha in mano le mie scarpe, il mio vestito e tutto il resto, così come niente fosse, sgrano gli occhi, intanto passano dei clienti, che osservano quanto lui mi porge, e io rimango basita. Bene troietta mi dice Mario, ora mettiti bella, preparati per bene, e quando sarai pronta mi raggiungerai in camera mia, chiamami quando sei pronta, e se ne andò, chiusi la porta e avevo il cuore a mille cazzo e adesso? cosa devo fare? ho poco da fare, devo fare quello che mi è stato detto, se nò questo magari mi sputtana con tutti, ok mi dico, prepariamoci. Indosso le ...