I tormenti di nonna Marta (Parte Decima)
Data: 24/05/2021,
Categorie:
Incesti
Autore: Marco Sala, Fonte: EroticiRacconti
... fargli delle tenerezze. Dopo qualche mese mio padre morì, lei ne patì molto tanto che divenne triste e inconsolabile. Sola nel letto, alla sera, spegneva la luce e si addormentava subito, senza più avere bisogno di sesso. Mi sarebbe piaciuto giacere vicino a lei per guardarla ed accarezzarla. So che ha rifiutato le proposte di molti uomini e, per quello che so io, non ha mai avuto altro uomo dopo mio papà.” Durante tutto il racconto, Giacomo rimase con il cazzo duro tra le mie dita. Con un lungo sospiro, riprese fiato. Aggiustai la mia posizione sul divano e mi chinai verso di lui e cominciai a leccargli la cappella gonfia dall’eccitazione. Capendo le mie intenzioni, alzò il culo dal divano e fece scivolare i pantaloni alle caviglie sedendosi in modo da favorire il mio lavoro, non dimenticando di infilare una mano nella mia scollatura. Tra una leccata e l’altra gli chiesi: “Ti piace quando faccio la parte di tua madre?” “Si, io l’ho molto amata molto tempo fa. Ma con voi, Marta, e diverso. Mi siete piaciuta dal primo momento che vi ho vista.” “Ma davvero? Non l’avevo notato.” Risposi con tono ironico. Lui poi continuò: “Marta, io la osservavo spesso di nascosto. Quante volte ho immaginato di abbracciarla e darle tutta quella tenerezza che meritavate. Avevo notato che lei non era felice con suo marito.” “E non hai mai pensato a me in modo diverso? Immaginare di fare l’amore con me, per esempio.” “Oh si molto spesso, anche quando facevo l’amore con Agnese pensavo a lei. ...
... Ancora adesso spesso mi masturbo pensando a lei, Marta.” “Accidenti, quanto tempo perso.” Aggiunsi mentre gli leccavo il cazzo. “Non pensavo che ciò potesse realizzarsi. Ancora adesso è tutto così strano. Mi sembra di sognare.” Gli chiesi di levarsi completamente i pantaloni. Si alzò ed ubbidì. Quando gli presentai le dita da succhiare, le inumidì con la saliva e subito dopo si mise nella posizione giusta per riceverle. Mi inginocchiai tra le sue gambe raccolte fino alle spalle ed iniziai a penetrarlo con delicatezza. Appena affondai le dita dentro di lui emise un gemito di piacere ed il suo cazzo, nell’altra mia mano, si indurì ulteriormente. “Porcellino, ti piace quello che ti sto facendo?” “Moltissimo.” “ Ma Agnese te lo fa di tanto in tanto?” “No, mai fatto.” “Senti, parlami del tuo rapporto con mia figlia.” “All’inizio tutto andava piuttosto bene. Poi, dopo la nascita delle nostre figlie, i rapporti si sono sempre più diradati. Mi resi presto conto che lei simulava gli orgasmi per far si che io venissi più velocemente. Mentre la scopavo, vedevo che guardava con disinteresse il soffitto in attesa che finissi il mio lavoro, ciò era particolarmente umiliante per me. Stanca delle mie richieste sessuali, spesso mi respingeva con il pretesto della stanchezza o con al scusa che aveva il mal di testa, ovviamente quando non aveva le sue cose. Cominciai a dubitare di lei, e anche di me. Poi persi il lavoro e ciò mi ferì il morale ulteriormente tanto da annullare quell’ultima carica di ...