Il ragazzo più fortunato del mondo (seconda parte)
Data: 25/05/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Gay De Maupassant, Fonte: EroticiRacconti
Riassunto della puntata precedente: David; 19 anni, vergine, capelli biondo platino e un culetto che poche ragazze al mondo possono vantare incontra in palestra Federico; 22 anni, toro muscoloso e superdotato. Scatta inevitabile la scintilla. Quella notte non riuscii a prendere sonno. Ero cottissimo di Federico. Mi ero masturbato furiosamente nel tentativo di farmi passare i bollori, ma un simile placebo non poteva che moltiplicare il mio desiderio. Federico era il ragazzo perfetto. Rispondeva a tutti i canoni fisici sui quali mi ero sempre segato, immaginando la mia prima esperienza. Viso da modello, corpo da favola, quasi una decina di centimetri più alto di me, una buona decina di centimetri più LUNGO di me… sembrava un sogno. Avevo il suo numero. La tentazione di sentirlo era fortissima, però non volevo fare la figura dell’appiccicoso. Dovevo giocare bene le mie carte, ma comunque rivederlo a tutti costi; ne andava della mia salute mentale. Tornare in palestra non se ne parlava; ero bloccato dall’acido lattico. Il giorno prima non ero riuscito a stargli dietro; troppo in forma per me. Mi restava un solo muscolo ancora reattivo. Anzi, a dire la verità, quello non l’avevo mai visto più in forma di così. Sembrava infaticabile. Venivo e due minuti dopo me lo ritrovavo più duro di prima. È che proprio non riuscivo a non pensare a lui e, anche senza sognare di leccarlo dalla testa ai piedi, ma concentrandomi solo su quel bel sorriso o sugli occhi castano chiaro, il risultato ...
... non cambiava. Ma presto il problema si sarebbe risolto da solo. La mattina successiva, alle otto e zero uno, sentii bussare alla porta: -Apri, sono io!- L’ordine più fermo, eppure dolce, che potessi immaginare. Corsi ad aprire e lo trovai lì ad aspettarmi, bello, disse Kit Marlowe, come Lucifero in fiamme prima della caduta. Ma neanche Satana avrebbe potuto eguagliare la tentazione al peccato che Federico mi ispirò con quella canotta aderente. Le vene delle braccia pompavano sulla sua pelle abbronzata e percorrevano i bicipiti in tutta la loro lunghezza, ma, proprio quando pensai di non aver mai visto niente di più bello in vita mia, vollero esagerare, gonfiandosi come un fiume in piena. Vedermi aveva procurato a Federico un istantaneo ed incontrollato afflusso di sangue, come io lo sentii rovesciare d’improvviso nella vena del mio uccello. –Aaaah, Dio!- Appena entrato, sembrò stesse per dire qualcosa, ma ebbe un ripensamento e mi baciò. Senza mai staccare le labbra, mosse qualche passo in avanti e fui obbligato ad assecondarlo per non restare travolto. Si fermò solo quando fui spalle al muro e, stretto tra quelle due pareti inamovibili, temetti di spezzarmi. Federico mi bloccò i posi alla parete e li portò lentamente sopra la mia testa, facendoli incrociare. Immobilizzò così entrambe le mie braccia con una mano, mentre con l’altra scese fino ad afferrare lo scroto e il mio uccello impazzito. Era duro come mai in vita mia, ma per quel Dio era come strizzare un palloncino da ...