L'amante prof. 2 - “voglio sentire di nuovo il tuo cazzo nel mio culo, fammelo sentire, ormai ne ho bisogno”
Data: 28/05/2021,
Categorie:
Tradimenti
Autore: siempreganas, Fonte: Annunci69
Era stato un incontro non previsto, ma impetuoso, travolgente, come accade quando è atteso, desiderato, ma non si ha il coraggio di programmarlo. Così era accaduto a noi, dopo aver partecipato alla riunione scolastica. Avevo scambiato giusto qualche messaggio ammiccante con la mia collega di scienze, ma poi, quando ci siamo incontrati giù nel parcheggio, è stato come innescare qualcosa di esplosivo. Dinamite.
Da allora ci vedemmo altre volte, sempre in macchina. Non accadeva però tanto spesso quanto avremmo voluto. Avevamo casa e famiglia tutti e due, e dovevamo incastrare i nostri orari, ma ogni cosa era dimenticata nel momento stesso in cui ci chiudevamo dietro gli sportelli dell'auto. Era una bolla all'interno della quale i nostri corpi si esaltavano, la pelle diventava sensibile e pareva volesse cominciare a suonare da un momento all'altro; i fluidi corporei non avevano più nulla di disgustoso, perdevano qualsiasi carattere di vergogna. Volevamo, pretendevamo anzi, la saliva l'uno dall'altro, lo sperma era preziosa rugiada da sorbire con devozione, come il vino della messa. Avrei cantato sotto la pioggia dorata della sua urina se avessimo avuto uno spazio adeguato. L'automobile era una bolla che ci isolava dal resto del mondo, una sfera di cristallo all'interno della quale potevamo vedere il nostro futuro insieme. E quel futuro era identico al preciso istante da cui lo osservavamo. Noi due, nudi, ansimanti, in un orgasmo senza fine, eternato dalla memoria e dal ...
... desiderio.
Questo era il nostro presente, quello l'unico futuro che potevamo immaginare.
Entrambi abitavamo distanti dal lavoro. La scuola era il nostro punto d'incontro, ma gli incontri veri e propri avvenivano in posti appartati, in maniera fugace, tali da farci rimanere solo brevemente soddisfatti.
Fu proprio il pretesto della lontananza, l'inverno che si avvicinava, la stanchezza causata dalla guida e la pericolosità della strada a permettermi di giustificare la decisione di prendere un piccolo appartamento in affitto vicino al posto di lavoro. Fu una decisione che ci apparve come una liberazione, l'occasione per poter finalmente dare sfogo a tutti i nostri più intimi e reconditi desideri, e perché no, anche perversioni. Me lo aveva confessato dopo aver ingoiato avidamente il mio sperma dopo un pompino che mi volle fare all'esterno della macchina, all'aperto, sulla collina, da dove potevamo osservare la città intera senza essere visti: con me era riuscita a fare e a dire cose che neanche con il marito e forse neanche pienamente con se stessa era riuscita a manifestare.
La prima volta che venne a casa fu un giorno di sciopero dei ragazzi. Quando studiavo anche io avevo partecipato a degli scioperi, ci credevo, pensavo che le nostre azioni sarebbero servite a cambiare un mondo che non ci piaceva. Da insegnante era lo stesso, la consapevolezza e la presa di posizione dei miei alunni nei confronti del mondo che li circonda la ritenevo e ritengo importante per la loro ...