Prima la madre e dopo la figlia.
Data: 31/05/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Honeymark
Questa è la continuazione del racconto intitolato «Il servizio fotografico», pubblicato di recente in cinque puntate.
Lo ritenevo concluso ma, vista la richiesta di molti lettori che volevano sapere come fosse andata a finire con la mamma, ho deciso di scrivere questo aggiornamento.
In due puntate: il primno è "Prima la madre e dopo la figlia", il secondo è "Meglio con la madre e la figlia".
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Contrariamente alle altre puntate raccontate, il tutto non è cominciato in un atelier fotografico, ma a casa mia, al termine di una cena sontuosa.
Era da tempo che non me la godevo a tavola come quella sera perché, francamente, non pensavo che Laura sarebbe venuta a letto con me subito. Di solito la donna non te la dà mai la prima uscita… E Invece quella sera, alla fine, mi fece la proposta indecente.
- Se hai intenzione di mostrarmi la tua collezione di farfalle – mi aveva detto a fine cena – è meglio che ti decidi. Sono quasi le 22.
Mi precipitai a pagare il conto e salimmo in macchina. Mezzora dopo eravamo in casa mia.
- Non mi interessano i preliminari, – disse spogliandosi. – Voglio essere trombata.
- Sarò fatto. – Risposi spogliandomi anche io.
Era evidente che non scopava da un po’ di tempo e decisi di provare a saziarla. Il mio cazzo sa cavarsela bene in queste cose. Lei è divorziata da anni e correva voce che scopasse poco ma che quelle rare volte divorasse l’amante come una mantide religiosa.
Pensando che ...
... avesse trovato il pane per i suoi denti, a quel punto mi preparai al peggio e decisi giocare d’anticipo e rivoltarla come un calzino.
Prima mi fermai un attimo a guardarla ignuda, con l’uccello in piena estensione. Sembrava sua figlia con solo una decina di anni in più. Tette più grandi, culo più morbido, gambe da culturista che teneva leggermente divaricate con le mani ai fianchi. Sapeva di essere una bomba e quando capì che ero pronto, mi saltò alla vita con le gambe sui fianchi.
Preso alla sprovvista, feci fatica a reggermi in piedi, ma non caddi.
La portai sul letto tenendola per il culo e cercai di penetrarla per tenerla ferma. Strinse le gambe attorno alla vita e si godette il mio cazzone che la penetrava. Faceva tutto lei e la lasciai fare. Poi però dovetti prendere in mano la situazione e, dopo averla sbattuta faccia a faccia, la misi su un fianco tenendole la gamba sotto distesa e quella sopra raccolta. In quella maniera la trombavo stando seduto sull’interno della sua coscia inferiore e tenendo la coscia raccolta tra le mie. Da come muggiva sembrava godere la performance.
Per migliorare la presa le afferrai poi la caviglia della gamba raccolta e la alzai in modo da spalancarle le cosce pur stando su un fianco. La sbattei ancora così e lei iniziò a fidarsi delle mie iniziative. Allora, sempre tenendolo dentro, la girai pancia sotto. La montai da dietro godendomi le natiche del suo culo superbo, che sbattevano incontrollate.
Sì, aveva bisogno di cazzo. I ...