1. Notifica rossa


    Data: 31/05/2021, Categorie: Sentimentali Autore: Mima, Fonte: EroticiRacconti

    //Prima parte di un racconto diviso in due! In questa non ci sono scene di sesso eclatanti, spero vogliate comunque dargli un'opportunità! // Un botto improvviso svegliò Lucrezia dal suo sonno, risvegliandola bruscamente. Buttò uno sguardo ancora assonnato lungo la stanza cercando di capire cosa fosse successo, prima di notare la fonte di quasi tutti i suoi risvegli anticipati. Matisse la fissava beatamente dal comodino leccandosi la zampa, facendole intuire di aver appena rotto la sua lampada nuova. “Chi me l'ha fatto fare di adottare un gatto?” sbuffò la ragazza rigirandosi nelle coperte. Con gli scuri della finestra chiusi, la stanza era completamente immersa nel buio; l'unica fonte di luce proveniva dal led color blu del telefono che in quel momento lampeggiava insistentemente, facendo quasi intuire l'impazienza del mittente, un ragazzo piuttosto piacente, conosciuto giorni prima a lavoro. Ancor prima di sbloccare il telefono Lucrezia aveva già capito di chi si trattasse. Gli amici la prendevano sempre in giro per quella sua strana abitudine di dividere le notifiche per importanza: blu quelle che la interessavano, viola quelle che potevano aspettare, bianche quelle delle quali non le importava nulla. "Ci vediamo questo pomeriggio, che dici?" lesse sullo schermo. "Cazzo." pensò Lucrezia guardando l'ora. Le 14 passate. Si rizzò sul letto svogliatamente. "Ciao Marco! Scusa, ho visto solo ora il messaggio, ti va stasera?" "Da Guido alle 21. Ci conto eh!" Sospirò. ...
    ... Ultimamente si lasciava andare con qualunque uomo. Se lo facesse per tristezza o per vera voglia era difficile capirlo, era sempre in lotta con sé stessa, vittima della sua instabilità, della sua insicurezza. Tendeva a guardarsi dall'esterno, come fosse uno spirito fuori dal proprio corpo, due entità diverse ed uguali. L'una agiva in base ai dettami della società: composta, educata, sorridente; l'altra si limitava a studiarne le reazioni, le analizzava, catalogava, come un computer che studia parametri su parametri per migliorare le prestazioni future. Talvolta le piaceva considerarsi la scrittrice del suo personaggio: creava situazioni in modo da viverle in prima persona, valutava l'impatto psicologico e ne studiava aspetti positivi e negativi per poi reputare se ne fosse valsa la pena. Se ad una delle sue metà le emozioni non piacevano e quindi cercava di non viverle in prima persona, l'altra era perennemente in lotta col proprio animo, chiedendosi il perché di certe sue azioni, il perché non riuscisse a vivere e comportarsi naturalmente come gli altri. Tutti quei continui ripensamenti su ogni sua azione, ogni sua parola, pesavano come un macigno e nessuno era a conoscenza di quel rimuginare eterno che la portava quasi alla pazzia. Crescere in una famiglia antiquata, con dei genitori severi e di mentalità chiusa, l'aveva indotta a condurre una vita mai sopra le righe, dedita allo studio, senza poter dedicare del tempo nemmeno alle cottarelle adolescenziali. Eppure il suo vero io, la ...
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