Notifica rossa
Data: 31/05/2021,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Mima, Fonte: EroticiRacconti
... Lucrezia si girò lentamente fissandolo negli occhi scuri. "Più che bene" Gli rispose sorridendo, prima di baciarlo teneramente sulle labbra. Marco sembrò calmarsi, sorrise e chiuse gli occhi addormentandosi quasi all'istante. Solo allora il vero umore di Lucrezia si fece vivo sul suo volto. Non aveva funzionato, nemmeno questa volta. Si rivestì in fretta, buttò uno sguardo sul ragazzo, gli aggiustò teneramente le coperte. "Che colpa ne hai tu, sono io quella strana" pensò. Se ne andò nascondendosi dietro la sciarpa spessa, affrontando il gelo di quell'inverno, immergendosi nella nebbia fitta che, in quell'istante, le appariva comunque meno torbida del suo cuore. Si fermò su un ponte, ad osservare l'acqua scura. “Se devi vivere così, tanto vale farla finita adesso, non credi?” “Basta.” “E' da almeno un mese che ci ritroviamo qui alla stessa ora. Chiediti perché.” “FINISCILA.” Era ricominciata. La lotta contro sé stessa andava avanti da mesi e lo sentiva, sentiva che prima o poi l'altra metà l'avrebbe sopraffatta del tutto. “Portatemi via da qui...mettetela a tacere...” "Aiutami." pensò, sfinita. Non aveva ancora finito di ...
... formulare quel pensiero che la vibrazione del telefono destò la sua attenzione. Guardò incredula il colore del led, rosso. “Sei ancora mia?” Tre parole. Un vortice furioso si impossesso di lei. Era infuriata, allibita, confusa. Le lacrime iniziarono ad attraversare le sue guance rosse per il freddo. “FOTTITI” urlò. Così come ne era uscito, era rientrato prepotentemente nella sua vita, come se avesse sentito ogni cellula del suo corpo chiamarlo, invocarlo, come se avesse risposto alla sua richiesta d'aiuto. Lo odiava, lo odiava quasi più di quanto odiasse sé stessa. Eppure stava correndo, contro ogni ragionamento razionale voleva vederlo, toccarlo, respirarlo. “Fermati” pensava. Ma per la prima volta dopo anni, forse da quando era venuta al mondo, si lasciò alle spalle le sue paure, le sue insicurezze, le incastrò in quella nebbia fitta che la avvolgeva, prima di uscirne più leggera, più sicura, viva. E mentre all'inizio del ponte erano due le ragazze pronte ad attraversarlo, una di loro era caduta nell'acqua scura del fiume, e quella sopravvissuta correva, correva di volata verso la sua fonte di libertà. “Sei ancora mia?” “Lo sono.”