1. La tua pietra è l'agata


    Data: 12/06/2021, Categorie: interviste, Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti

    ... semplicemente le dissi di aver bisogno di lei, vinsi presto la sua resistenza promettendole di darle quello che riteneva di chiedere. Mi poteva raggiungere durante la siesta mi disse… senz’altro i due uomini che l’accompagnavano sarebbero crollati e lei si sarebbe liberata. Il numero della mia camera e l’accordo per il compenso chiuse il breve colloquio. L’attendevo sul letto… il roteare delle pale del ventilatore sul soffitto mi ricordava il rotore dell’elicottero… Un leggero bussare e l’avevo. Ricordo il lungo momento perso dietro di lei a leccarle quel suo magnifico culo… il suo odore… e il suo sudore fra le natiche. E poi ancora i colpi forti mentre la possedevo da dietro. Lo scontrarsi del mio ventre e dei miei lombi contro quel grosso culo… e io… che non riuscivo a godere. E la scopata senza fine… io bagnato del mio sudore e lei che mi incitava a venire… Poi… finalmente l’urlo liberatorio ma non così… non scopandola, ma grazie alle sue mani e alla sua bocca. Le sue mani… una che mi teneva per la base del pene mentre mi leccava… e l’altra con le ...
    ... dita nel mio culo. L’urlo liberatorio… Le chiesi se poteva fermarsi con me dopo che aveva finito con gli americani e quanto durava il suo impegno con loro. Il week end disse, dopo era libera. Costo trecento dollari al giorno più le spese. Hotel, vitto e trasporto. Non più di tre giorni perché doveva rientrare a San Josè. Un giorno solo durò la cosa… fece a tempo a raccontarmi di sé in quelle lunghe ore sul letto, qualche parola che scambiammo fra una scopata e l’altra, aveva un bambino… e viveva per lui. E io mi chiesi se mai avrei incontrato una persona felice. Se mai nella mia vita l’avrei incontrata... Quando mi chiamarono al telefono e sentii la sua voce, la voce del mio contatto che mi diceva di alzare le chiappe e muovermi… ne fui sollevato. Non era lei che poteva darmi l’oblio. Lei… e il suo bambino. La pagai anche per i giorni che restavano, feci che potesse rientrare e ci congedammo. Le augurai… una buona vita e tanta fortuna. Il suo sorriso triste di riscontro mi fece capire che non ci credeva. L'anello con l'agata? L'avevo gettato in mare. 
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