Storie di mostri - L’indifferenza
Data: 01/01/2018,
Categorie:
pulp,
Autore: Alba6990
N.d.A : Sono stata assente per circa un paio di mesi. Questo è il penultimo episodio di questa serie, il prossimo sarà l’ultimo. Per chi non si ricordasse gli altri episodi o chi semplicemente si affaccia per la prima volta a questa serie di racconti intitolata “Storie di mostri”, consiglio di leggere prima gli altri episodi e poi leggere questo. C’è una connessione sottilissima che verrà poi spiegata nell’ultimo racconto. Buona lettura. Una tranquilla serata a casa Rossi. Il padre era appena rientrato un po’ stanco dal lavoro, ma felice di potersi sedere comodamente con i suoi cari. La madre stava cucinando il piatto del venerdì sera: risotto alla milanese con l’ossobuco. Era una loro tradizione, mangiare piatti tipici milanesi di venerdì sera. Perché la famiglia era sempre unita di venerdì sera. La figlia, attendeva di sedersi a tavola stravaccata sul divano, tra le mani un romanzo autobiografico. Il figlio sedeva taciturno sulla poltrona accanto al divano, guardando il telegiornale delle 20.30. “Allora, famiglia? Com’è andata la vostra giornata?” disse il capofamiglia schioccando un tenero bacio sulla guancia della bella moglie. “Bene, caro. Te com’è andata al lavoro?” “Oh, è andata benissimo!” “Io invece devo leggere il libro di una scema!” esordì la figlia in tono polemico. “Che libro devi leggere?” chiese il padre. “Mah...una roba che s’intitola ‘Il serpente’, scritto da tale Melissa Sarino.” “Ah sì!” esclamò la madre, con gli occhi sul risotto: “Non è quella ...
... ragazza...quella che è stata rapita e rinchiusa per mesi nella cantina di un amico di famiglia?” “Sì, quella là!” rispose la figlia alzando gli occhi al cielo. “Già l’introduzione ti fa capire il livello di coglioneria di questa tizia! Ma come cazzo si fa a dare retta a un mezzo sconosciuto? Tra l’altro era il pasticciere sotto casa! Manco l’amico di famiglia! Una stupida scema.” “Sai che quella stupida scema è stata stuprata, picchiata e ha abortito per colpa delle botte? Forse un po’ più di rispetto...” era stato il figlio a parlare. Appollaiato sulla poltrona con fare timido, quasi avesse paura del mondo. Con voce flebile, pari a quella di un sussurro. O forse non era così bassa la sua voce. Fatto sta che la sorella e nemmeno i genitori li considerarono. Anzi, venne interrotto dal padre: “Sì, sì, puoi alzare la televisione? C’è il telegiornale.” Il ragazzo eseguì senza fiatare. La giornalista cominciò a presentare una notizia sconcertante: “Traffico di donne nel padano. Il blitz della polizia effettuato a Villa Tonci, la residenza della benestante famiglia, ha confermato la presenza di ben trenta donne costrette in stanze senza luce a compiacere Amadeo Tonci in ogni sua richiesta sessuale. Amadeo, il primogenito della famiglia, era sospettato già da diverso tempo, se non come principale indiziato, coinvolto nella scomparsa delle ragazze, ma la mancanza di prove e l’influenza del suo nome lo hanno reso pressoché intoccabile. La testimonianza della sorella, Caterina Tonci, è risultata ...