1. Storie di mostri - L’indifferenza


    Data: 01/01/2018, Categorie: pulp, Autore: Alba6990

    ... l’interesse per sé stessi. Non importavano gli altri. Contava solo il proprio essere. Persino coloro che credevano di fare del bene per gli altri non comprendevano che in realtà facevano del bene a sé stessi. Per lavarsi la coscienza. Per espiare i propri peccati. Per poter vantarsi di dire “Io ho fatto questo...”. A scuola non fregava un cazzo a nessuno dei suoi sentimenti. Pensavano solo alla loro visione di un mondo “giusto”. Lui era il “finocchio”, “la checca”, “la femminuccia”...”il mezzo uomo”. Tutto perché era innamorato di un ragazzo. Tutto per quell’amore che tutti consideravano malato. Tutto perché avevano paura di una diversità che non riuscivano a comprendere. Tante iene che ridevano e si prendevano gioco di lui, che cercavano di farlo a pezzi. E ci erano quasi riusciti. Anche adesso, in quel bagno, stava guardando quel flacone di pillole per dormire. Si sarebbe potuto addormentare e scivolare via da questa indifferenza. Le prese in mano. Le risate dei genitori e della sorella riecheggiavano nelle sue orecchie, insieme a quelle dei suoi compagni. Era così che si era sentita quella ragazza? Quella che si era suicidata? Vittima di tante iene? Molto probabilmente sì. La doveva fare finita anche lui. Non sarebbe stato neanche in grado di contarle quelle pillole, le lacrime gli offuscavano la vista. Le ingoiò tutte d’un fiato e si sedette sul water, in attesa che il sonno eterno lo portasse via. Gli occhi chiusi, la testa abbandonata al muro. Poteva sentire già ...
    ... l’effetto delle pillole. Nessuno era andato a vedere come stava. Perché ci stesse mettendo così tanto in quel bagno. Tranne qualcuno. Il bubolare di un gufo gli fece aprire gli occhi a fatica. L’aveva sognato? Eccolo di nuovo. Era reale. Si tirò su a fatica e guardò fuori dalla finestra. Un gufo lo stava osservando. Era curioso. La testa inclinata in modo quasi innaturale e gli occhi che lo scrutavano nel profondo, con fierezza. Il ragazzo lo guardò meglio. Occhi saggi. Occhi profondi. Occhi fieri. Ma soprattutto erano occhi vivi. Il gufo aprì le ali. Sembrava più grande! Era enorme! Sembrava così piccolo, prima! Era forte. Era fiero. Era vivo. Un pensiero gli balenò nella testa: “Che cazzo sto facendo?” Si alzò barcollando. La vista annebbiata. Il bagno faceva su e giù, destra e sinistra. Sembrava appena uscito da una sbornia pesantissima. I contorni non esistevano più. Era lui che girava o era il mondo a girare attorno a lui? Che cazzo di scherzo gli stava facendo quel cesso?! Vedeva occhi di gufo da tutte le parti! Mancò pure la bocca nel cercare di vomitare. Le due dita andavano a tentoni. Sì colpì la guancia con indice e medio, prima di centrare in pieno l’ugola. Le pillole vennero su in una boccata d’acido. Gli occhi gli lacrimarono ancora di più, mentre espelleva il suo biglietto di sola andata per l’aldilà. Le vide andare giù per lo scarico. Sembravano un serpente strisciante. Un serpente che strisciava nel tubo. Il gufo lo guardava fiero. Lui decise che doveva essere come ...