1. Il novizio


    Data: 02/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: honeybear, Fonte: Annunci69

    ... spero che tu sia riuscito a mangiare qualcosa perché…”
    
    “Sì, non temere. Sono a posto! - lo rassicurai sull’uscio che dava sul chiostro – Ho solo bisogno di un bagno o di una doccia calda...”
    
    “Bene! Ecco siamo quasi arrivati!”. Percorremmo due lati del quadrilatero adorno di sottili colonnine per giungere alla porta d’ingresso dell’ala riservata a monaci e novizi. Pochi passi lungo l’ennesimo, silenzioso corridoio e ci fermammo. Aprì l’uscio di legno lasciando la chiave nella serratura, accese la luce ed entrammo nella mia cella: un piccolo ambiente, arredato in modo spartano.
    
    Iniziai a perlustrarla con lo sguardo, mentre lui riprese a parlare: “Per quanto riguarda il bagno o la doccia calda… Beh… - sembrava imbarazzato - …In quest’ala del convento stanno terminando alcuni lavori di ristrutturazione, così alcune celle non dispongono ancora dell’acqua corrente. Devi… Dobbiamo… - tossicchiò - …Dobbiamo usare un bagno comune. Lo trovi in fondo al corridoio!”
    
    “Nessun problema. Mi adatterò!”
    
    “Ora ti lascio: la sveglia è alle 5.30. Alle 6.00 in punto c’è la prima!” e con uno sguardo colmo di gratitudine per la mia comprensione si congedò.
    
    Aprii il mio zaino ed estrassi rapido quanto mi serviva per darmi l’agognata rinfrescata e, seguendo una specie di bagliore, trovai il bagno comune: era la luce già accesa.
    
    L’ambiente era diviso in due: uno spogliatoio e dirimpetto la fila delle docce che non erano separate tra loro. Un residuo di umidità avvolgeva ...
    ... l’ambiente conferendogli un po’ di tepore.
    
    Metodicamente mi spogliai, appendendo i miei abiti; cinsi in vita il telo in spugna e mi diressi alla doccia. Lasciai scorrere l’acqua immaginandola gelata, ma sorprendentemente era quasi bollente. Mi abbandonai completamente al caldo tepore sprigionato dalle stille che cadevano dal soffione. Le mie mani massaggiarono a lungo il collo indolenzito per scorrere poi sui pettorali lisci. Sfiorarono i capezzoli che erano duri come chiodi.
    
    Sorrisi e mi divertii a stuzzicarli. Reclinai il capo, lasciando che i gemiti di piacere accompagnassero il delicato lavoro dei polpastrelli, certo che nessuno li avrebbe uditi.
    
    La lingua scorse sulle labbra mentre afferrai il sapone con il quale ripresi ad accarezzarmi.
    
    Indugiai nella zona inguinale: la schiuma aveva completamente imbiancato i peli scuri e lunghi.
    
    Passai e ripassai con le mani sul tappeto soffice per poi dirigerle più in basso e da lì tra i glutei. Mi girai verso il muro, flettendomi leggermente. Spalancai le natiche lasciando che l’acqua lambisse il buchetto al centro. Lo sentivo contrarsi. Ci passai un dito attorno, prendendo a massaggiarlo.
    
    Quest’azione, unita a quella sui capezzoli, provocò una reazione al mio membro che cominciò ad ingrossarsi. Lo osservai: era perfettamente liscio, piuttosto lungo e sottile. Con la mano libera lo scappellai e mi misi a giocare contemporaneamente con la prugna rubizza che sbucava dal prepuzio e con la rosellina al centro del mio ...