1. LETTERE DAL LAGO DI BLED


    Data: 17/06/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Dunklenacht

    Bled, 4 novembre 1874.Mio caro Victor,Queste mie righe, colme di devozione, sono per voi e desidero accompagnarle con la dichiarazione sincera dell'eterno affetto che nutro nei vostri confronti.Giunsi in prossimità di Bled a bordo di una modesta vettura di piazza, quasi un fiacre, che una pariglia di cavalli bianchi, dagli occhi serrati da paraocchi neri, condusse faticosamente lungo la salita ripida che menava all'albergo.Era novembre e notai che, lungo i pochi argini, erano rimasti in vita gli ultimi fiori campestri, o per meglio dire, i fiori delle Alpi Giulie, i quali mi parvero delle margherite dai petali immensi, giallastri, resi un po' bruni dai primi freddi, che non avevano risparmiato neppure l'erba, diventata improvvisamente color ocra, dopo essere stata lasciata quasi senza vita da quell'autunno, che, per me, doveva essere pieno di divertimenti e di gioie furtive.Mentre la vettura saliva quell'erta, il mio sguardo fu a dir poco rapito dalla visione di una statua, bianca, attorno alla quale cresceva vagamente un'edera quasi appassita. Non so bene che cosa raffigurasse quella scultura; forse, era un semplice omaggio alla maestà del lago vicino, le cui acque erano divenute come di smeraldo.A quell'epoca ero semplicemente la giovane donna di origine danese che sono tuttora. Quando sporsi dal finestrino la mia bella testa ornata di lunghi boccoli scarlatti, i pochi passanti che affollavano quel viottolo sassoso si voltarono verso di me, per guardarmi, per ...
    ... contemplarmi. Portavo degli abiti color porpora e color oro; un copricapo nero, a falde larghe, decorato con una lunga piuma di struzzo, rendeva ancor più amabile il mio volto, eburneo e come di porcellana, nonché la mia bella chioma, che aveva ed ha tuttora la tinta di cui vi ho fatto cenno. Forse, nemmeno le austerità del tempo riusciranno mai a spegnere quella giovinezza, dono dell'amore che ho per voi.Passando, fui come una visione, in mezzo agli alberi dalle fronde dorate e dalle foglie caduche, che mi accompagnavano e stormivano nel vento. Forse erano pioppi, forse, faggi, o aceri, non rammento.Ricordo invece che, per l'occasione, il villaggio era ornato con le bandiere dell'Impero Austro-Ungarico e mentre scendevo il predellino un coro di voci lontane, che intonavano un inno, mi riscosse.La facciata dell'albergo � quasi una locanda � era stata recentemente ridipinta di rosso; anche l'uscio aveva beneficiato, poco tempo prima, di una nuova mano di marrone scuro ed il suo colore risaltava alquanto, anche perché vi avevano appeso delle ghirlande variopinte, fatte intrecciando i rami autunnali delle conifere, dai quali pendevano delle foglie giallastre, che, in quel mentre, un raggio di sole fece apparire come d'oro puro.Subito vennero ad accogliermi le maestranze e mi sentii dire, nel tedesco dell'Austria-Ungheria:- Guten Tag, meine Frau, es ist so sch�n, Sie wiederzusehen!Il vento fece svanire quella voce come una nube di foglie di novembre; essa si confuse, altresì, con un lontano ...
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