1. Doppia Vita - II cap.


    Data: 18/06/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: ale_

    ... era il corpo di cui sono innamorata, che curo ed alleno come una maniaca, con diete ferree e due armadietti di creme, balsami e lozioni. Lo sapevo, sarebbe tutto passato, ma mi pareva di avere addosso una cicatrice. No, un marchio! Già per strada mi pareva che tutti sapessero cosa sono. Finché, quasi piangendo, all'ennesimo messaggio di Michele, lanciai lontano il cellulare. Fu una finta, perché fui ben attenta di lanciarlo sul letto, sul morbido. Basta! Eccheccazzo, mi dissi, tira fuori i coglioni, Alessia! Vuoi farlo ancora, fa' un regalo ad un altro stronzo. Accesi il PC ed ero già sul sito. Trovai l'annuncio che mi ci voleva: Last – dotato offre rose per bel culetto accogliente. Risposi di getto, in piena frenesia e dopo dieci minuti ero già sulla Fiesta, diretta verso il cimitero di Lambrate, con la testa vuota e lo stomaco annodato. Avevo fretta bestia, non dovevo assolutamente fermarmi. Avevo il clito gonfio. Era una voce decisa, quella che mi guidava al telefono, tra gli alberi e le auto delle coppiette fino ad una Seat bianca parcheggiata. Un profondo respiro ed uscii, dirigendomi verso il finestrino del guidatore. Lo abbassò. Era uno molto grosso, al buio capii solo questo. 'Lo prendi in culo?' Cazzo!, nemmeno un ciao o un complimento. 'Hai detto trenta, sei sicura?' Presi i tre biglietti. 'Ma non in auto... e solo dietro.' Maledizione, mi tremava la voce. Rise un noncistiamo ed uscì. Era un omone col ventre gonfio da far scoppiare la camicia di jeans. Disgustoso ...
    ... come lo avevo cercato. 'Possiamo far lì dietro... qui è tranquillo.' Lo seguii dietro un gruppo di cespugli; al buio vedevo solo i fazzoletti di carta gettati a terra. Avevo terrore di pestarli: ero in sandali e l'erba umida mi faceva sussultare. Avevo freddo. Si girò: '… ma almeno me lo metti tu?' Panico! Mi ero gettata su solo un vestitino in jersey, senza tasche, e in una mano tenevo fazzolettini e chiavi della Fiesta, nell'altra il preservativo con i trenta euro accartocciati. Misi tra i denti il portachiavi di cuoio e gli passai il resto. 'Me li dai dopo.' Credo che stesse sorridendo: io ero già accovacciata sotto il suo panzone. Fui la puttana più imbranata della storia! Mi prese l'angoscia quando mi penzolò davanti una mazza di tre chili, semi flaccida. Con le chiavi tra i denti mi arrangiai con le dita a strappare la bustina, ma era impossibile metterglielo. Anche perché volevo toccarglielo il meno possibile. Riuscii solo a incappucciargli il glande. Sobbalzai quando mi trovai la sua mano vicino al viso. 'Usa questo... sono la misura giusta.' Se sperava che lo eccitassi dicendogli che ce l'aveva come un cavallo, si sbagliava di grosso! Gettai via, in quel letamaio, il mio preservativo ed aprii il suo. Era molto più elastico, ma fui comunque costretta a bagnarglielo prima, facendo mugolare il maiale là sopra. Finalmente riuscii a metterglielo: lo tirai bene con le mani e poi leccai colando più saliva possibile. Non stavo pensando a nulla. Mi rialzai, abbassai il perizoma ...