1. Giulia


    Data: 02/01/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Mr. Kalin

    Prime avventure di questa giovane troia PREMESSA - tutti i personaggi sono di fantasia. Nomi e cognomi, che ho menzionato solo per aggiungere un tocco di realismo, sono inventati. Sono volutamente nomi e cognomi molto comuni. Chiunque dovesse riconoscersi nei personaggi, prima di sentirsi offeso, dovrebbe prima di tutto... farsi un esame di coscenza. Dopodichè può tranquillamente contattarmi, al chè rimuoverò quanto prima il contenuto ritenuto offensivo. Detto questo, una breve presentazione del racconto: l'ho scritto una mattina che ero a casa con la febbre, mentre la mia ragazza era al lavoro, piuttosto in fretta per riuscire a mandarglielo sul cellulare durante la sua pausa pranzo. Ero sicuro che non lo avrebbe mai ammesso, ma che l'avrei fatta bagnare all'istante; mi aveva già parlato delle fantasie su cui si masturbava fin da più giovane e... beh, andavo a colpo sicuro. In un primo paragrafo il narratore è il padre adottivo della protagonista. Quando questi esce di scena, il narratore è terzo alla storia. La parte che scriverà la mia ragazza, che alla fine si è molto appassionata alle avventure di Giulia, sarà scritta probabilmente in prima persona. Buona lettura! 1. In macchina Quando andai a prenderla nel posto che mi aveva indicato, quasi non la riconoscevo. Non voglio dirlo, non voglio nemmeno pensarlo - ma mi sembrava veramente... no, non lo penso. Una puttana. Era lì in piedi, e non indossava più il vestito che aveva quando era uscita: la trovai in un paio di ...
    ... jeans non suoi, senza nulla a coprirle il seno al di fuori della mani. Lì fuori, al freddo, illuminata dalla luce esterna di un anonimo capannone -identico a tanti altri di quell’anonima zona industriale. Quando mi vide arrivare si avvicinò all’auto e salì, in silenzio, come fosse scocciata del mio ritardo. Ma non ero certo in ritardo, e sarebbe probabilmente un eufemismo definire il suo un atteggiamento “scocciato”. Io: -Ti va di parlare, piccola? Lei: -A te va di parlare? …e di cosa vuoi parlare, dimmi…. Ora è ironica, e più divertita del mio imbarazzo che realmente incazzata, mi pare. Voglio lasciarla sfogare, e in questa situazione qualsiasi cosa è meglio che riportarla a casa in silenzio. Io: -Mi dispiace tanto tesoro, lo sapevo che non avremo mai dovuto accettare. Non puoi sapere come mi senta… Ma ti chiedo se vuoi parlare perché credo sia l’unica cosa che possiamo fare ora, picco… Mi interrompe: - Smettila di chiamarmi piccola, tesoro, stellina… razza di cretino! Lo sai cosa mi hanno detto prima di buttarmi fuori dalla porta, poco fa? Vuoi saperlo come mi hanno definita?! Resto in silenzio. Lo posso immaginare, come ti hanno definita. Così come immagino che cosa ti hanno fatto, e cosa ti abbiano fatto fare. Non so nemmeno definire le emozioni che provo, e non parlo del dramma di pensare che ciò è stata solo colpa mia, no, parlo d’altro… mi sento terribilmente in colpa, so che ora spetta a me fare qualcosa per farti superare tutto ciò… ma ho il morale a pezzi e non ho la ...
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