1. Giulia


    Data: 02/01/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Mr. Kalin

    ... o chissà dove; era probabile, anzi, che qualcuno l’avrebbe addirittura cercata. Non necessariamente qualcuno che aveva partecipato al “banchetto”, pensò la ragazza: le foto che le avevano scattato quella sera avrebbero presto fatto il giro della città. Per Giulia era perfettamente ovvio anche questo. 3. Lunedì Giulia aveva passato il weekend più strano della sua vita. Non avrebbe saputo dire se “il più brutto”, ma certamente non era la normalità, per lei, chiudersi in stanza per ore a masturbarsi in modo compulsivo -senza nemmeno rendersene conto di avere le mani infilate nei jeans; uscire solo per farsi una doccia e nel frattempo continuare a strofinarsi, con violenza, su qualsiasi oggetto di forma vagamente fallica; rimuginare in continuazione su come l’avevano definita, presa in giro e usata di fronte a tutti - col consenso di suo padre, altro motivo di derisione e grande ilarità per i commensali. Pensava a quegli insulti, a come la tiravano di qua e di là per i capelli, o a quando le avevano messo un guinzaglio e l’avevano fatta gattonare sotto il lungo tavolo, come un cane. Pensava a quello, più che ai membri che l’avevano presa, che aveva dovuto succhiare, far indurire e poi schizzare contro di sé, o dentro di sé. Alcuni erano di dimensioni decisamente notevoli, lo ricordava… e ricordava anche di come l’avessero fatta godere e sentire donna, desiderata e bramata, e sì, lo sapeva benissimo, che si era davvero comportata da puttana, quella sera. Si sentiva una dea, con ...
    ... i suoi 19 anni appena fatti, al centro di quel branco di maiali che le avrebbe fatto di tutto, che le aveva fatto di tutto. Ma capiva che non era stato il pensiero di quei cazzi a scatenarle quell’irrefrenabile voglia di godere ancora: non i cazzi intesi in senso fisico, per lo meno bensì, appunto, il modo in cui quei cazzi l’avevano sottomessa a loro, e le avevano fatto fare tutto ciò che aveva fatto. Se il weekend passò nel ricordo di quel venerdì sera, la mattina del lunedì la ragazza la passò ripensando a come si era sentita nei due giorni precedenti. Era stata, si rendeva conto, in uno stato di tranche durante il quale aveva elaborato fantasie che ora faticava ad ammettere a sé stessa. Aveva trasformato in desiderio quella paura folle che aveva avuto tornando a casa: ora non vedeva l’ora che qualcuno si accorgesse di lei; che sì, era proprio quella liceale dall’aria sciocca la puttanella che si era fatta fotografare mangiando da una ciotola, come un cane, mentre massaggiava il cazzo che un uomo le porgeva ridendo, evidentemente divertito dalla scena. Durante la ricreazione non successe nulla che fosse degno di nota. Le ore successive passarono per Giulia in un estremo quanto inefficacie tentativo di concentrarsi sulla lezione, osteggiata nel suo proposito dalle sempre più nitide fantasie su ciò che avrebbe potuto succedere- o ciò che lei avrebbe voluto succedesse? – nelle ore e nei giorni successivi. Fantasticava di essere avvicinata da qualcuno, o forse contattata sul ...