1. Uno, due e ... (4)


    Data: 19/06/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: reninytxis

    ... inondandoci del suo seme …
    
    -Senti, devo proprio chiedertelo. – ansimai, abbandonato accanto a loro sul tappeto – Cosa mangi?
    
    Domenico mi guardò sorpreso.
    
    -Il tuo sperma. – continuai – Ha un sapore insolito … dolce.
    
    Lui sorrise.
    
    -Vita sana e molta frutta. – disse senza fiato.
    
    -Dovevo immaginarlo. – dissi.
    
    -Perché? – fece Luisa. Raccoglieva con due dita le gocce che scivolavano in rivoli lenti lungo una mammella e li portava alle labbra, gustandole …
    
    -Mi ha colpito subito. Non ho mai avvertito un gusto come quello, di solito è parecchio sgradevole.
    
    -Perché evidentemente non hai mai assaggiato il tuo. – rispose Luisa continuando a fissarmi e “piluccare” dal seno. Ne raccolse una quantità consistente e la portò alle labbra, poi mi si avvicinò e mi baciò, ficcandomi in bocca la lingua come un cucchiaino da dessert, colma di una crema dal sapore familiare. Effettivamente …
    
    -Si vede che ti prendi cura di te stesso. – mi disse sorridendo.
    
    Continuammo a chiacchierare restando distesi, anzi sparpagliati su quel tappeto, di cibo, cucina, piatti preferiti e proibiti, scivolando lentamente verso l’argomento “fantasie” dove ogni traccia di inibizione, definitivamente, si dissolse …
    
    Restare distesi, nudi, su di un morbido tappeto, in un ambiente confortevole , a parlare di sesso è di per sé quasi la realizzazione di una fantasia. Luisa guardava con malizia me e Domenico mostrare evidenti segni di ripresa: sorrideva, probabilmente, all’idea che per noi ...
    ... uomini è impossibile celare l’effetto di certi stimoli …
    
    Luisa, col capo appoggiato ad una mano, era distesa su un fianco. Teneva piegata la gamba così da nascondere l’inguine e l’altra mano appoggiata con disinvoltura a terra in modo da lasciare che il braccio coprisse il seno quel tanto che bastava. Non smettevo di ammirare quel modo di stuzzicare, di sedurre così semplice fatto di un atteggiamento fintamente composto cosicché apparisse come la posa di una modella.
    
    Mi avvicinai e cominciai a baciarle il piede, partendo dalle dita. Baci delicati , lunghi, carezzevoli dati in modo che le labbra si chiudessero come a mordere. Lentamente mi spostai lungo il collo fino a toccarle la caviglia. Mi soffermai ad accarezzare il suo tendine d’Achille prima di riprendere a risalire lungo il polpaccio ben tornito: non esiste al mondo seta più raffinata di quella che avvolge naturalmente il corpo di una donna!
    
    Quando raggiunsi il cavo popliteo presi ad accarezzarlo con lappate asciutte, lente e morbide: avvertivo il suo respiro farsi accelerato, irregolare e la mia eccitazione aumentò, la mia mano le massaggiava il collo del piede che la bocca aveva appena lasciato. Spostai la mia attenzione alla coscia, risalendone l’esterno fino all’anca e di qui mi dedicai al suo ventre, giocando attorno all’ombelico decorato da un tribale. La sua sensibilità accentuata faceva si che ogni tocco le provocasse fremiti. Mi soffermai a lungo sull’interno coscia, attento a neanche sfiorare il solco ...