1. Per mano nel mondo dei grandi.


    Data: 22/06/2021, Categorie: Etero Autore: Wldi

    Per mano nel mondo dei grandi.Anche se la mia generazione ha respirato il vento fresco dell�anticonformismo l�ingresso nel mondo dei grandi per un ragazzo di una famiglia contadina nei primi anni settanta aveva ancora delle piccole usanze come ad esempio il primo vestito su misura cucito dal sarto ( o sarta ) di paese che normalmente coincideva con la prima cerimonia importante che poteva capitare dopo la �maturità�: non quella scolastica e neanche anagrafica ma bensì quella soggettiva ( dei genitori ). Per me l�occasione si presentò appena compiuti i 18 anni quando un giorno arrivarono le partecipazioni al matrimonio della nipote di mia madre per fine Agosto di quell�anno, l�evento era di quelli solenni che richiedeva un�eleganza adeguata e così, dopo una veloce ricognizione nello scarno guardaroba di famiglia, fu deciso che per me era arrivato il momento di un vestito tutto nuovo; per il resto della famiglia poteva andar bene il disponibile.Il mercato settimanale fu la prima tappa per scegliere la stoffa e mia madre volle che l�accompagnassi (come se il mio giudizio fosse vincolante), ci presentammo al banco dell�ambulante di fiducia dove si poteva scegliere tessuti di prim�ordine trattando un buon prezzo: dopo aver stropicciato diverse stoffe, provato il colore alla luce del sole e poi addosso a me decidemmo per un tessuto �fresco di lana� beige. Non volli metter bocca nella trattativa perché un po� mi vergognavo della caciara che ne venne fuori e poi, sinceramente, quel ...
    ... �fresco�� pur sempre di lana non mi convinceva per un abito da mettere nel mese d�Agosto sicuramente torrido: abbozzai pensando che in seguito sarebbero venuti mesi più freschi.Fatta la scelta della stoffa passammo alla seconda fase: la cucitura. La mia famiglia si serviva (per quel poco che poteva permettersi) da una signora che abitava nel nostro paese da qualche tempo e che aveva organizzato una piccola sartoria nell�appartamento dove viveva. Da quello che mia madre ci aveva raccontato la signora Antonietta veniva da una famiglia di sarti napoletani e fin da piccola era vissuta tra ago e filo, da ragazza conobbe un questurino e si sposò lasciando il laboratorio di famiglia per seguire i trasferimenti del marito, in seguito una brutta malattia gli impedì di avere figli e così la passione per il cucire divenne la sua ragione di vita. Quando si trasferirono nel nostro paese in breve tempo lei ebbe modo di palesare le virtù sartoriali dell�antica tradizione partenopea unitamente ad una gentilezza propria che in breve gli fece guadagnare la stima delle donne del posto. La signora abitava al primo piano di un piccolo condominio appena fuori dal centro storico, era un palazzo di edilizia popolare di un colore chiaro quasi accecante al sole di quella mattina di inizio estate. Quando mia madre suonò al portone d�ingresso era quasi mezzogiorno e salendo le scale ci accompagnò un mix di profumi del pranzo ormai prossimo. Sul pianerottolo la signora ci aspettava con un bel sorriso e ...
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