1. Nel lucore incerto del primo mattino - 4


    Data: 10/07/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    Era passato ormai quasi un mese da quel mattino, in cui Alberico aveva portato Tommaso a casa sua; il loro rapporto si era stabilizzato, l’intesa ogni giorno più intima e profonda. Quanto al sesso… Beh, ci rendiamo conto che non sono affari che ci riguardano, comunque se non altro per soddisfare certe pruriginose curiosità, diciamo solo che una sera Tommaso aveva fatto dono ad Alberico della sua verginità: dono accolto con una commozione ed un entusiasmo, che possiamo ben immaginare. Tutto sembrava avviato al meglio, la casa stessa sembrava più calda e luminosa da quando quel giovane sconosciuto nudo e insanguinato aveva oltrepassato per la prima volta quella soglia.
    
    Anche quel giorno, Alberico non vedeva l’ora di rientrare a casa, correva quasi sulla strada sterrata, col sacchetto unto della rosticceria con qualche prelibatezza per il suo amore; ma già aprendo la porta sentì che c’era qualcosa di strano.
    
    L’ aria era fredda, mancava il solito grato aroma del ragù o di qualche manicaretto che l’altro gli faceva trovare pronto; si affacciò in cucina: i fornelli erano spenti, la tavola sguarnita.
    
    “Ma che cazzo?…”, pensò e corse in camera a letto.
    
    Tommaso era seduto sulla sponda del letto, chino in avanti, i gomiti sulle ginocchia, la testa fra le mani. Gli occhi chiusi. Piangeva.
    
    Alberico si sentì annodare lo stomaco dall’angoscia. Il sacchetto gli cadde dalle mani e si spiaccicò a terra.
    
    “Tommaso… - lo chiamò con un filo di voce – Tommaso, cos’è ...
    ... successo?”
    
    L’altro sollevò la testa, gli occhi grondavano lacrime. Non rispose.
    
    Alberico gli si sedette accanto e gli passò un braccio sulle spalle.
    
    “Cos’è successo?”, chiese ancora con voce intenerita dalla commozione, nel vedere il suo amore in quelle condizioni.
    
    L’altro volse leggermente la testa e lo fissò con gli occhi grondanti di lacrime.
    
    “Alberico… - mormorò poi con voce spezzata – amore… devo andar via.!”
    
    “Cosa? Ma sei impazzito? Ti ho fatto qualcosa?”
    
    “No, tu non mi hai fatto altro che bene.”
    
    “E allora, Cristo santo, di cosa stai parlando? Perché te ne vuoi andare?”
    
    “Devo, amore, credimi: devo andarmene… per… il tuo bene.”
    
    “Per il mio bene? – urlò Alberico – Questa potevi pure risparmiartela! È per il mio bene che mi dai questa coltellata? È per il mio bene che mi molli e te ne vai? E no, caro mio, tu da qui non ti muovi. Se hai un’altra relazione da qualche parte, dimmelo chiaramente.”
    
    “Ma cosa ti passa per la testa? Io non nessuna relazione da nessuna parte: ho solo te, amore mio.”
    
    “E allora perché te ne vuoi andare?”
    
    Alberico tornò a sederglisi accanto e lo abbracciò.
    
    “Dimmelo, ti prego, parlami.”
    
    “Tu non sai niente di me”, mormorò Tommaso con un sussurro.
    
    “E non ti sembra questo il momento per parlarmene, per dirmi chi sei?”
    
    “Non posso… Mi odieresti, se te lo dicessi…”
    
    “Odiarti? Guardami, Tommaso, il mio cuore batte dentro il tuo petto, ti sembra che potrei odiarti? Se c’è un problema lo risolveremo… e se non sarà ...
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