1. Nel lucore incerto del primo mattino - 4


    Data: 10/07/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... più: doveva vedere cosa stava succedendo, doveva vedere cosa provocava quelle urla disumane. Accese un lume a gas, di quelli da campeggio, aprì lentamente la porta sgangherata della rimessa e si affacciò all’interno.
    
    Tommaso sentì il cigolio e appena scorse la figura nera sulla soglia, reagì immediatamente, dibattendosi e latrandogli selvaggiamente contro. I suoi occhi brillavano nella penombra, brillavano di selvaggia luce omicida. Alberico si tirò indietro di scatto, ma si fece coraggio ed entrò: i legacci tenevano. Ma si accorse che c’era il rischio che si facesse male, che si spezzasse i polsi: doveva immobilizzarlo meglio la prossima volta.
    
    “Chissà come stai soffrendo, povero amore mio! – mormorò – ma ci sono io, non temere, non ti lascerò solo.”
    
    Si fece più vicino, incurante dello spettacolo, e ad ogni passo si sentiva avvolgere maggiormente dall’afrore pesante di quel corpo sudato… di quel corpo straziato.
    
    Un turbamento lo prese, una voglia di carezzare quelle forme tese nello spasimo, una voglia che divenne bisogno incontrollabile, quando lo guardo gli cadde sul cazzo turgido. Si sentì sciogliere la saliva in bocca, si avvicinò lentamente e badando a tenersi lontano dalle dita, che tentavano spasmodicamente di ghermirlo, si accovacciò fra le sue cosce, prese con la mano tremante il gambo durissimo, fissò allucinato la corolla purpurea, come non l’aveva mai vista, e lentamente avvicinò le labbra. L’odore animalesco che emanava dall’inguine di Tommaso era ...
    ... tremendo, di sudore, di piscio, di umori stantii, ma Alberico non cedette: poggiò le labbra sulla cappella viscida e sbavata, poi tirò fuori la lingua e cominciò a leccare.
    
    Un ululato straziante rispose a quel contatto, ma Alberico non lo ascoltò nemmeno: aprì ancor più la bocca e accolse interamente la cappella congestionata, cominciando a succhiarne il nettare, che continuava a sgorgare copioso. Leccava e succhiava, mentre con una mano gli soppesava i coglioni pesanti e con l’altra, faceva scorrere lentamente avanti e indietro la guaina carnosa. All’improvviso, Tommaso smise di dibattersi, mentre il suo corpo veniva attraversato da un pesante tremore e dalle sue fauci esauste veniva fuori come un ringhio sordo, un ringhio sempre più forte.
    
    Alberico riconobbe l’approssimarsi dell’orgasmo e proseguì il suo lavoro con maggiore impegno e passione, finché il ringhio si mutò in ruggito, il corpo di Tommaso si tese tutto in uno spasimo sovrumano e il suo cazzo scattò, eiettando uno schizzo denso, che Alberico stavolta non ingoiò, ma lasciò ricadere assieme agli altri sul petto e sulla pancia dell’amato, accompagnandoli con il lento movimento della masturbazione.
    
    Alberico si leccò le labbra comunque bagnate: aveva un sapore amaro quella
    
    sborra, un sapore che non aveva mai sentito. Via via che l’eiaculazione diminuiva di intensità, anche Tommaso andava calmandosi, il corpo si rilassava, gli spasimi diminuivano, spegnendosi in un tremore leggero. Solo gli occhi rimasero un ...