Il tutto per tutto
Data: 10/07/2021,
Categorie:
Etero
Autore: iprimipassi
�Mi dai l�indirizzo del tuo ufficio?�.WhatsApp, in rete mobile, ci mise più del solito a far partire quel messaggio ma, alla fine, prima uno e poi due segni di spunta confermarono il successo dell�operazione.�Perché?�, fu la sua risposta, pressoché immediata.�Devo mandarti una cosa�.�Che cosa? Hai scritto un altro libro?�.�Quante domande� dai, su, veloce, che ho un sacco da fare�.�Non puoi spedire al mio indirizzo di casa? Scrivi un�altra città nel mittente però, lo sai che la tua gli crea qualche malumore�.Il tira e molla andò avanti per un po�, prima che riuscissi ad ottenere le coordinate che mi servivano.Il resto della mattinata trascorse fra mille faccende, preparativi, e infinite ricostruzioni mentali su quello che sarebbe potuto accadere, su ogni obiezione possibile, su ogni cosa che sarebbe potuta andare storta. Nei mesi precedenti, tutto quello che poteva andar male, era effettivamente andato male. Mai vicenda fu, più di quella, vittima della cinica legge di Murphy. Ma quel giorno no, quello doveva essere il giorno della svolta, del riscatto, il giorno in cui quel pesante, pesantissimo fardello del non detto avrebbe dovuto essere vuotato, una volta per tutte.Non avevo per nulla appetito, troppa ansia e troppe cose da fare mi tennero ben lontano dal cibo. Tuttavia, nel pomeriggio feci una lunga doccia per togliermi di dosso la fatica di aver percorso settecentocinquanta chilometri durante la notte precedente, e di aver girovagato per tutta la mattina in una città ...
... praticamente sconosciuta alla ricerca di un hotel decente, non troppo distante dall�indirizzo che ero riuscito a recuperare.Poco prima delle diciotto, arrivai al civico designato.Nonostante il caldo afoso di quel pomeriggio d�inizio estate, sentivo brividi corrermi lungo la schiena, e in testa un vortice di pensieri che quasi mi dava le vertigini. L�attesi poggiato alla fiancata della mia auto, a qualche decina di metri dall�uscita del suo luogo di lavoro. Ogni volta che il muso di una vettura superava il cancello, il cuore mi si fermava nel petto, per riprendere a battere solo quando alla guida scorgevo un volto sconosciuto al posto di quello che aspettavo di vedere. Una. Due. Tre. Quattro. Cinque auto. Cinque falsi allarmi. Il sesto allarme, invece, fu quello vero. Guardò a sinistra e poi a destra, per immettersi in sicurezza nella carreggiata. E fu allora che i nostri occhi s�incrociarono. Inizialmente, mi lanciò uno sguardo distratto. Poi, la vidi mettere meglio a fuoco l�immagine. Quando sgranò gli occhi, mi resi conto che aveva capito tutto. Con espressione seria guidò nella mia direzione. Arrivata al mio cospetto, ci guardammo per qualche secondo senza proferire verbo.�Che� ma� ma che ci fai qui?�, balbettò, guardandosi intorno con circospezione.�Ti immaginavo più spavalda�, le dissi, con un sorriso ironico dipinto in volto.Lei restò in silenzio. Mi guardava. Continuava a guardare attorno a sé. Imbarazzata e scossa al tempo stesso.�Dove puoi lasciare l�auto in modo che non ...