Gaia - Come una farfalla
Data: 12/07/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: scopertaeros69
Gli occhi al soffitto cercando tra le ombre della semioscurità della stanza, qualcosa...o qualcuno che non poteva essere lì. La camera dell’hotel non era lussuosa, al più confortevole, un bel letto comodo, lenzuola pulite e profumate di bucato e quel delizioso tepore che le permetteva di assaporarne il tutto attraverso la sua nudità. Adorava stare nuda in quelle camere d’albergo, quando era fuori casa, le ricordava il suo offrirsi alle mani , agli occhi di lui. Le mani che indugiando pigramente percorrevano la sua pelle, chiudendo gli occhi e cercando di immaginare che fossero le sue, rallentando, premendo, cercando di replicarne il tocco e l’intensità. Aveva preso l’abitudine di toccarsi, di darsi piacere da sola tutte le sere immaginando e ripercorrendo con la memoria i loro momenti insieme. Pur ad occhi spalancati ora lo vedeva comunque sovrastarla, mentre la usava, mentre la penetrava, leccava, accarezzava, ed allora inarcava la schiena aprendo di più le gambe per meglio offrirsi a lui, gemendo e respirando rumorosamente. Nel corridoio o dalle pareti contigue pessimamente insonorizzate, probabilmente l’avrebbero sentita, ma questo ormai non le creava alcun imbarazzo, una parte di lei voleva essere sentita, lui lo avrebbe voluto, ne avrebbe sorriso compiaciuto, mentre si mordeva il labbro di desiderio, cercando di trattenersi prima di prenderla ancora. Le dita affondate nell’umidità della fica, le gocce del piacere che lambivano il solco del culo… e il ricordo...della ...
... sua prima volta insieme. Una camera d’hotel, no, non come questa, quello era il genere d’albergo dove le persone si recano per una cosa sola, dove il concierge non ti guarda neppure in faccia, riceve i documenti e consegna la chiave meccanicamente, quasi meno vedesse meglio è. Erano già stati lì precedentemente, ma questa volta sarebbe stato diverso, e si sentiva un po’ nervosa per questo, timorosa forse di non essere all’altezza; precedentemente in una stanza come quella lui aveva iniziato a violarle il culo con un plug, non grandissimo a dire il vero, ma lei aveva boccheggiato quando era entrato, aveva cercato di sottrarsi, ma lui non le aveva comunque dato scampo ed alla fine lo aveva tenuto ben saldo dentro di sé nonostante una piccola perdita di sangue. In cuor suo si era sentita un po’ inadeguata, si chiedeva come facessero ragazze dell’età di sua figlia a fare sesso anale senza troppi problemi, mentre lei era divorata dal dubbio di non farcela. Paura del dolore, paura di deluderlo e nel contempo quella eccitazione feroce, ventrale, il desiderio di essere li per lui, di darsi in quello che nessun altro uomo aveva avuto prima. Era strana per lei quella eccitazione, non aveva nulla di normale, nulla di provato prima, era come se avesse gli ormoni in giostra come una ragazzina in fregola e nel contempo la calma malizia matura dei suoi anni . Lui la desiderava, la faceva sentire desiderata si questo non vi erano dubbi, anche se a tratti credeva che entrambi per parte loro ...