Il corso (Quarto capitolo)
Data: 18/07/2021,
Categorie:
Etero
Autore: Alba17
... dito - poi ci sono...". Appena vide che continuavo ad andare oltre, capì che ero pronta. Io mi sentivo pronta. "Vai - mi disse - divertiti". Respirai di nuovo a fondo. Inspirai... Con la voce piena di emozioni cominciai a leggere. Entrai in punta di piedi in quel giardino con la curiosità e la gioia di una bambina. Il sole era entrato dentro la mia anima e mi illuminò tutta. Le lucertole nelle fessure. I limoni chini. Alzai gli occhi per vedere il cuore rosso dei melograni. Ammirai i tulipani. Girai su me stessa rincorrendo le farfalle, per poi respirare a pieni polmoni il profumo inebriante delle rose. Mi sentivo in una favola. Ero io la favola. Danzavo con la musica delle mie parole, volavo con le farfalle. Mi sentivo ubriaca di queste sensazioni di benessere che riempirono tutto il mio essere. Finii il pezzo. Guardai in sua direzione. Aveva chiuso gli occhi. "Finito!" gli dissi. Sembrava l'avessi svegliato da un sogno. Sorrise compiaciuto. Sorrisi anch'io. Per la prima volta da quando era cominciato il corso, mi sentii così bene... lo ringraziai felice. "Grazie a te che ti sei lasciata guidare!" - mi rispose come fosse la cosa più ovvia che mi potesse dire. Sprizzavo felicità da tutti i pori. Ero così euforica... non avevo mai provato la magia che delle parole uscite dalla mia stessa bocca potevano avere su di me. Sentii che mi osservava, cercai di nascondere il mio stato d'animo, non volevo dargli questa soddisfazione, ma era impossibile. Allora andai in bagno per gioire ...
... in pace, vivere a pieno la magia, perché io stessa mi sentivo magica, seppure grazie a lui, alla sua influenza. Una collega mi seguì. Appena sole, mi disse: "Alba, bravissima! Dalla tua bocca non uscivano parole, ma musica". Scossa e imbarazzata da quelle parole, le dissi che io non c'entravo. Che era merito suo che mi aveva guidata. Che mi ero solo lasciata andare, come trascinata da una mano invisibile. Insistette con le sue lodi, ma non riuscivo a gioirne a pieno, a sentirle davvero mie, se non solo in parte. Poi, continuò con un sogghigno e parole che mi gelarono: "un'altra cosa... credo lui si sia preso una cotta per te". "Cosa?!". Un'affermazione del genere proprio non me l'aspettavo. Lui, sempre così freddo e distaccato, tanto da mettermi in soggezione a volte, dava l'impressione di avere una cotta per me? Rimasi un attimo in silenzio. Poi, ricordando la sua espressione quando finii di leggere, venni assalita da un mare di dubbi. Chissà a cosa pensava quando chiudeva gli occhi. Chissà quali forze oscure lo aiutavano ad entrare nei miei pensieri, impadronirsene, cambiarli a suo piacimento, cambiare me a suo piacimento... mi sentivo quasi vittima di un esperimento da parte di quello Sciamano. Un esperimento che non sapevo quanto sarebbe durato e a cosa avrebbe portato. Risposi alla mia amica bofonchiando: "lui non ha una cotta per me, stai tranquilla. Sono solo la sua cavia, il suo animaletto da laboratorio". Mi guardò sbalordita come se fossi fuori di testa. Non disse ...