1. Ma chi me lo doveva dire ... (3)


    Data: 20/07/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: reninytxis, Fonte: Annunci69

    ... gli sfilai il costume: e lui svettava magnifico e impudente al sole. Mi issai con i gomiti, aggrappandomi alle sue natiche ed alla schiena. Lo guardai negli occhi, mentre baciavo delicatamente l’asta, scorrendo prima verso il basso, ad accarezzare il sacchetto quasi implume, ristretto e raggrinzito dalla eccitazione, e poi di nuovo in su, senza mai smettere di fissarlo. Raggiunsi il glande, rallentando in modo esasperante. Con la punta della lingua percorsi il sottile solco dove era ripiegato il prepuzio, prima da un lato, poi nell’altro verso, per due o tre volte. Len-tis-si-ma-men-te … Giò si era appoggiato sulle braccia, all’indietro ed ansimava con sempre maggior frequenza.
    
    -Ah, Gesù! Si, si … Maledetto! Mi torturi … Stronzo. Bastardo!
    
    Giuro: era difficile non ridere a sentirlo sproloquiare a quel modo! Ma era finalmente cotto a puntino E poi non si parla con la bocca piena!
    
    Non accelerai i movimenti, risalii lungo il frenulo del prepuzio con le labbra appena schiuse e sulla cima del glande, sempre lentamente, catturai quel fiore pulsante, ormai paonazzo. Lasciando scivolare le labbra attorno alla cappella, la punta della lingua seguiva il solco della cappella, su e giù, su e giù, finché lo spazio in bocca me lo consentiva. Affondai, cercando di inghiottire tutto fin dove potei: non volevo rovinare tutto con dei conati. Strinsi delicatamente la bocca attorno all’asta e simulai l’atto di inghiottire, cosicché il retro ruvido della lingua strofinasse conto il ...
    ... frenulo, la parte più sensibile del nostro scettro. Giò si infilò una mano in bocca per non urlare, era allo spasimo. Ed infatti dopo poco la sua essenza mi arrivò nella gola. Una, due, tre volte. Continuai ad inghiottire quel nettare. Stavolta aveva un sapore leggermente più metallico, ma più aromatico, fresco …
    
    Mi issai a bordo. Giò era disteso inerte, col pennone che lentamente ammainava la bandiera. Fischiettai il “Silenzio” e lui mi guardò con fare interrogatorio. Indicai il suo inguine col mento, lui alzò la testa e scoppiò a ridere. Mi chinai a baciarlo. Lo desideravo, una passione che mi prendeva lo stomaco, da star male.
    
    -Faccio un piccola nuotata. – dissi. E mi tuffai. In realtà avevo bisogno di riflettere. Giò era diventato maggiorenne proprio quel giorno ma questo non rendeva meno difficile la mia posizione nei confronti di Lidia, di Andrea e dello stesso Giò. Mi chiesi se per caso non avessi nutrito una malsana passione nei suoi confronti e da quando, e magari senza volerlo lo avessi plagiato, spinto in “quella” direzione. O attratto a me. Fui preso dal terrore di essere un mostro come quelli che avevo disprezzato sentendone parlare noi notiziari, quelli che mi avevano fatto infuriare e quasi ricredere sulla pena di morte. Non riuscivo a separare l’immagine di Giò ed Alessia che giocavano con i miei figli da ciò che avevo appena fatto. “Consenziente un cazzo!” pensai. Si, Giò aveva preso l’iniziativa, ma io ricordavo di aver sempre pensato a lui se non con lo ...