Con mia cugina per caso
Data: 22/07/2021,
Categorie:
Incesti
Autore: Gaetano, Fonte: EroticiRacconti
Mi sono deciso, dopo due ore di sesso sfrenato, proprio questa mattina. Lo devo raccontare come, dopo un innocente e franco dialogo, come se lei volesse sfogarsi, siamo diventati amanti. Tra noi sempre tanto affetto: siamo figli di fratelli, siamo cresciuti assieme, ci siamo sempre frequentati e continuiamo sempre a frequentarci perché le nostre famiglie sono legatissime. Solitamente trascorriamo le feste natalizie e pasquali insieme e in estate siamo sempre insieme al mare. Dicevo solo affetto e niente più. D'altra parte non avevo mai avuto pensieri peccaminosi nei suoi confronti e penso nemmeno lei nei miei confronti. Ma dopo quel dialogo franco e innocente e il suo sfogo, siamo stati presi da una strana voglia di sesso del tutto disinibito e senza limiti. Sicuramente non è amore. I nostri incontri hanno solo il fine del piacere, raggiungendo sempre, in momenti di alto erotismo, il massimo della libidine e della lussuria. Insomma, abbiamo scoperto di essere proprio due porci. Io sono Gaetano, un uomo di 51 anni dal fisico atletico e ancora, lo devo dire, piacente. Lei è Francesca, 49 anni, bassina ma ben proporzionata in tutti i suoi attributi femminili; castana, occhi vivaci e sguardo accattivante; insomma, una gran simpaticona. Non lavora in quanto il marito, con il quale siamo in rapporti fraterni, a parte la gelosia, almeno durante la giovinezza, sta bene economicamente. Abitiamo in un paese sulla costa meridionale della Sicilia ed io ogni lunedì, per motivi di lavoro ...
... mi reco a Palermo. Ricordo perfettamente: domenica pomeriggio, 4 giugno. Mi chiamò, sapendo che l'indomani sarei andato a Palermo, chiedendomi il piacere di venire con me in quanto Maurizio, suo figlio che frequenta l'università di Palermo, era influenzato con febbre alta. Naturalmente nulla in contrario. Le dissi che sarei passato da casa loro alle sei. Quando la vidi uscire dal portone notai il suo viso grevio e che parlottava da sola. "Che hai che parli da sola e sei incazzata?" "Niente. Niente, veramente c'e da ridere" disse sorridendo amaramente. "E fammi ridere" dissi io avviandomi. "Lasciamo perdere che è meglio va, se no non so cosa faccio qualche giorno. Che so come siete i mariti certe volte!"- Risi sonoramente. "Come siamo?" "Niente, lasciamo perdere" e dopo qualche secondo di silenzio: "Che stronzo!"- Risi. Naturalmente si riferiva a Salvo, suo marito, ma feci finta di non capire. "Stronzo chi?" "Chi? Quello stronzo di tuo cugino acquisito nonché mio marito"- Risi "Perché" "Niente, meglio che non ci penso più"- Non parlammo più per qualche minuto e poi le chiesi di Maurizio. Ci fermammo in un'area di servizio per fare colazione e notai che destava ammirazione ad un gruppo di camionisti. Mi incuriosii e quando uscimmo dal bar, camminando lei leggermente avanti, l'ammirai attentamente, come probabilmente mai avevo fatto, e mi resi conto, sentendo il mio cazzo agitarsi, che quei camionisti, probabilmente a digiuno, non avevano poi tutti i torti. Dalle nostre parti ...