Nel tram...
Data: 23/07/2021,
Categorie:
Tradimenti
Autore: desiderio46, Fonte: Annunci69
... toccasse! Sperai addirittura che Marta non decidesse di ribellarsi proprio in quel momento. Non lo fece. La mano raggiunse l'orlo e rapida sparì sotto il vestito. Questo ricadde tutto intorno al braccio ricoprendo nuovamente le gambe. Il tram si era fermato ad un semaforo; nonostante il ritmico e caratteristico rumore del motore elettrico al minimo dei giri ed il vociare della gente, mi sembrava di essere immerso in un silenzio angosciante. Il tram ripartì. Ora non potevo vedere cosa stesse facendo quella mano la sotto, ma lo immaginavo facilmente. Sicuramente si era già fatta largo tra i glutei. Aveva raggiunto le mutandine ed ora, da sopra di esse, doveva aver iniziato a massaggiare la vulva o forse l'ano. Probabilmente entrambi. Successivamente pensai che lo sconosciuto avrebbe potuto osare di più ed infilare le dita sotto l'elastico, in modo da raggiungere la vagina ed entrare un poco in lei. Però, perché la cosa fosse possibile, Marta avrebbe dovuto tenere le gambe divaricate; ma ricordavo perfettamente di aver notato che i suoi piedi erano uniti. Fui preso da uno strano presentimento. Abbassai rapidamente lo sguardo giusto in tempo per vedere i piedi di Marta che lentamente si distanziavano tra loro. Non volevo crederci: stava allargando le gambe! La vidi anche inchinarsi leggermente in avanti e contemporaneamente protendere un po' il bacino verso lo sconosciuto per offrirsi più facilmente. L'eccitazione in me, per quanto fosse ormai insopportabile, crebbe ancora di ...
... più. La volli constatare. Infilai la mano sinistra nell'ampia tasca dei miei comodi pantaloni di cotone e tastai il pene: raramente l'avevo sentito così duro. Era incredibile: la mia Marta si stava concedendo ad uno sconosciuto, su un tram, in mia presenza! Ma la cosa più assurda era che io trovavo tutto ciò eccitatissimo. Stavo vivendo un incubo terribile eppure non volevo assolutamente svegliarmi. Senza rendermene conto avevo iniziato a masturbarmi. Fui colpito dalla vista delle mani di Marta: erano livide per la tensione e lo sforzo con le quali erano serrate alla barra di sostegno. L'uomo stava ignobilmente frugando dentro di lei con le dita. Lo potevo capire guardandola di sbieco: era arrossita fino alla radice dei capelli e deglutiva frequentemente e rumorosamente. Il suo viso si era trasfigurato in una maschera di tensione e vergogna, ma anche di piacere. Sudava. Notando questo particolare sorrisi amaramente. Infatti ero solito prenderla in giro, dicendole che era fatta di plastica, proprio perché normalmente non sudava mai, neanche d'estate. Per tutto il tempo, mentre svolgeva diligentemente il suo "lavoretto", l'uomo non aveva mai tradito la minima emozione ed era rimasto sempre e perfettamente imperturbabile. Mentre riflettevo su questo raggelante particolare, incrocia senza volerlo i suoi occhi. Per un attimo cercai di sostenere quello sguardo duro ed ipnotico, poi, imbarazzato, cedetti e tornai a guardare in avanti. Mi arrabbiai con me stesso. Adesso lui sapeva che ...