Nel tram...
Data: 23/07/2021,
Categorie:
Tradimenti
Autore: desiderio46, Fonte: Annunci69
Io e Marta iniziammo a litigare uscendo dall'aula, alla fine della lezione, e continuammo a farlo attraversando i cortili della facoltà. Quando arrivammo alla fermata del tram non ci rivolgevamo più la parola. Marta era la mia fidanzata, mi piaceva, riferendomi a lei, utilizzare proprio quel termine desueto per sottolineare l'importanza del nostro legame. Stavamo assieme dal secondo anno delle superiori ed essendo entrambi ad un passo dalla laurea cominciavamo già a parlare di matrimonio. Era, ed è tuttora, una bella ragazza mora; una "gran bella topa", come ammise di aver pensato Pietro quando, prima di diventare mio amico, ci provò con lei. Il nostro litigio era nato da una sciocchezza: mi rimproverava di fare il cretino con la "contessa", una bionda appariscente che si dava arie da donna di gran classe. In realtà era proprio quest'ultima a farmi il filo. Io mi limitavo solo ad essere. gentile. Avevo cercato inutilmente di spiegarle il mio punto di vista; poi il battibecco era degenerato. Arrabbiati, mentre aspettavamo il tram della linea tre sulla pensilina, ci ignoravamo. Ripensandoci, i veri responsabili del nostro nervosismo erano stati il caldo e l'afa di quella giornata già decisamente estiva.
Ogni tanto la guardavo di sfuggita per vedere se accennasse a voler far pace. Era proprio bella. Indossava quel vestito di cotone leggero da zingarella che mi piaceva tanto: stretto in vita, morbido sotto e lungo fino alle caviglie. Aveva come unico difetto quello di ...
... nasconderle le belle gambe, però le metteva in risalto il seno. Finalmente il tram arrivò. Salimmo dalla parte posteriore e poiché come al solito non c'era posto a sedere, ci mettemmo proprio in fondo, contro il finestrino, in modo da osservare la città scorrere dietro di noi. Alla fermata successiva una marea spaventosa di gente era in attesa proprio del nostro tram. Questo si riempì in un attimo tanto che non tutti riuscirono a salire. Qualcuno lottava per non rimanere nella zona di chiusura delle porte e spingeva contro l'ormai compatta muraglia umana. Ci ritrovammo stretti nel nostro angolo contro il finestrino. Sentivamo la folla premere dietro di noi. C'era in particolare un signore molto distinto, sulla cinquantina, che si era messo proprio alle spalle di Marta, alla mia destra. Le stava letteralmente appiccicato. La cosa mi diede fastidio ma pensai che non era certo il caso di fare scenate di gelosia dato che il tram si era trasformato in una scatoletta di latta e noi in tante sardine. Lo giustificai pensando che la sua posizione fosse forzata. Ero convinto però che, volendo, avrebbe potuto stare almeno un po' più staccato. Se non fossimo stati arrabbiati avrei certamente detto a Marta di cambiare posto con me. Non lo feci. Decisi comunque di controllare quell'uomo. Indossavo i miei inseparabili Ray-Ban neri e lo scrutavo con la coda dell'occhio mentre, tenendo la testa dritta, fingevo di guardare fuori. Era un bell'uomo, non tanto alto ma elegante. Negli occhi scuri aveva ...