1. Ogni maledetto weekend (parte sesta)


    Data: 27/07/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Stalio, Fonte: Annunci69

    Saltai fuori dal mio nascondiglio, lei era seduta a gambe aperte sul divano, stremata.
    
    "Mi hai preso per il culo. Qui non c'è scritto niente."
    
    "Giulio, per favore dammi tregua. Il nome c'è scritto."
    
    "E dove? Guarda!" Facendole vedere il biglietto vuoto su entrambi i versi.
    
    "C'è scritto ti dico. A tavola ti spiegherò come leggerlo. Adesso vieni qui."
    
    Continuando a guardare il foglio, senza capire, mi sedetti sul divano.
    
    "Ricordi la scommessa che abbiamo fatto prima?"
    
    "Scommessa??? Quale scommessa? Ecco si, adesso ricordo."
    
    "Fallo adesso."
    
    "Cosa? Sei impazzita? No! Non lo farò mai."
    
    "Si che lo farai." Mentre mi spingeva in giù la testa.
    
    "Elena sei piena di sperma. Nooo..."
    
    "Appunto." Contro la mia volontà mi ritrovai in un attimo con la faccia imbrattata di sborra, che usciva copiosamente dalla fica, mentre lei mi esortava: "Dai lecca, cornuto."
    
    Era la prima volta che mi dava del cornuto e francamente non mi diede particolarmente fastidio. Così, volente o nolente, tirai fuori la lingua e cominciai a raccogliere lo sperma che colava giù. La cosa durò parecchio, e lei tra una leccata e l'altra ebbe altri due orgasmi.
    
    Poi, improvvisamente, forse per premiarmi, si mise a pecora: "Inculami."
    
    Un ordine categorico, e d'altronde avevo l'uccello che mi stava scoppiando, e l'impalai di brutto in un solo colpo, facendola urlare prima di dolore, e poi di piacere. E che sborrata alla fine.
    
    "Amore, sei fantastico."
    
    "Elena, ho paura che ...
    ... presto non avrò più l'esclusiva del tuo culetto."
    
    "Mi sa anche a me. Mario è tosto."
    
    "Hai intenzione di rivederlo?"
    
    "Si. Hai visto quanto è grosso? Un toro da monta. E ti dirò che, quando me l'ha fatto sentire dietro, stavo per crollare.
    
    Lo so che quando parto non riesco ad oppormi."
    
    "Il mio nome?"
    
    "Fammi fare una doccia, e pensa un posto dove andare a mangiare, a tavola parleremo del tuo nome."
    
    Dopo un oretta e mezza, in un ristorantino fuori città, in attesa dei dolci, Elena si decise a parlarmi di quest'uomo, che frequentava da tempo.
    
    "È successo in uno dei pomeriggi di svago organizzati dalla tua azienda."
    
    La prima cosa che pensai fu: 'cazzo, è un mio collega?'
    
    La società per cui lavoro, ogni due mesi circa, organizza degli incontri per socializzare tra di noi in ambienti diversi dal luogo di lavoro, in cui sono invitati anche i coniugi dei dipendenti.
    
    "Quello dello scorso aprile. Ti ricordi dove eravamo?"
    
    "Si, certo. In quell'agriturismo in montagna, un posto magnifico."
    
    "Bene. Adesso leggi il nome che c'è sul foglietto che ti ho dato."
    
    Lo ripresi in mano, perplesso, rigirai il foglietto al contrario, poi sottosopra, ma non c'era scritto niente.
    
    "È un inchiostro particolare: metti il foglietto in direzione di una lampadina."
    
    Feci come mi aveva detto, ed era vero, si notava che c'era scritto qualcosa, ma non capivo. Rigirai il foglietto al contrario, poi sopra-sotto, finalmente riuscii a metterlo nella direzione giusta, ed a ...
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