1. L'amante dell'Orsa


    Data: 28/07/2021, Categorie: pulp, Autore: Edipo

    Era l'America, il paese delle strade che tagliano in due il deserto, il paese delle stazioni di servizio dove ogni tanto irrompe qualcuno e fa una strage, il paese dove un poliziotto zelante ti ferma per eccesso di velocità e ti conduce davanti a un giudice che ti impone di scegliere se dichiararti colpevole, anche se non lo sei, e pagare una multa di centinaia di dollari, o dichiararti innocente e restare in galera in attesa del processo, salvo pagare una cauzione superiore alla multa. Entrai nel bar e il padrone mi squadrò da capo a piedi. Ordinai un caffè e chiesi a che ora sarebbe passato l'autobus per Yuba City. Mi rispose che era già passato da mezz'ora e che per quel giorno non ne sarebbero venuti altri. La televisione accesa dava le solite notizie sullo scontro tra presidente e opposizione su qualche legge importante, sul ritrovamento dell'ennesimo cadavere di una donna assassinata e orribilmente mutilata, sui risultati dell'NBA. Mentre sorseggiavo lo schifosissimo caffè che mi avevano propinato, vidi nello specchio dietro il bancone una signora seduta a un tavolino che mi fissava. Stava mangiando un'enorme fetta di torta che andava a rimpinguare un corpo già imponente. Era la tipica donna americana di mezza età, sovrappeso e mal vestita, divorziata o vedova di qualche povero cristo che aveva lavorato dodici ore al giorno per trent'anni, accumulando soldi che poi erano finiti quasi tutti alla moglie in virtù dell'inevitabile infarto che lo aveva tolto di mezzo o di ...
    ... una separazione che gli era costata anche le scarpe. Finii di bere quella brodaglia e uscii dal locale. Rimasi a guardarmi attorno e mi accorsi che la donna era uscita dietro di me. "Io vado a Yuba City", mi disse, "posso darti un passaggio, se vuoi." Volevo. Prendemmo posto sulla sua auto bianca, un mezzo catorcio, e ci avviammo. "E' meglio non viaggiare soli con quel maniaco in giro", disse, cercando di iniziare una conversazione che non incoraggiai molto. Mi guardò a lungo e mi chiese quanti anni avessi. Me ne diedi un paio in più e non so se la convinsi. "Siamo scappati di casa, eh? Problemi con papà e mamma? Io non ho avuto figli, non so se mi dispiace ma se ne hai il minimo che puoi fare è crescerli bene. I tuoi non ti hanno cresciuto bene?" "Benissimo, non mi è mai mancato nulla." "Allora qual'è il problema?" "Infatti, non c'è nessun problema." Non si lasciò scoraggiare. Mi raccontò che aveva fatto l'insegnante di storia antica ma poi, dopo la morte del marito, aveva mollato tutto per proseguire i suoi studi solo per diletto. Facile, pensai, quando ti ritrovi un mucchio di soldi da spendere senza averli guadagnati. Stava scrivendo un libro sul mito di Callisto. Lo conoscevo? Ammisi la mia ignoranza. Callisto, mi spiegò, era una ninfa ancella di Artemide, la dea cacciatrice e vergine, e per questo anche le sue ninfe erano tenute alla castità. Callisto era bellissima e Zeus si innamorò di lei; il padre degli dei per sedurla decise di assumere le sembianze della stessa ...
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