L'amante dell'Orsa
Data: 28/07/2021,
Categorie:
pulp,
Autore: Edipo
... ognuna di loro veniva condotta in un separè dove sottostava per alcuni minuti alla volontà della ragazza più grande. Cosa avvenisse davvero in quei camerini lo sapevano solo le dirette interessate." Si stava facendo buio. Volevo che ci fermassimo a mangiare qualcosa? Volevo. Decisi di essere più socievole. Non ricordo bene che storia inventai, non so se mi credette e nemmeno mi importava. Avevo capito fin dall'inizio, mentre mi guardava nel bar, cosa voleva da me. Finito il pasto mi pose una mano sulle mie e mi chiese se volevo andare in un motel. Volevo. Ci arrivammo dopo pochi minuti. Era l'America, il paese delle grandi distanze intervallate dai motel che aspettano gli stanchi automobilisti, quei motel resi famosi dal cinema e dai romanzi, da Norman Bates che spiava le sue clienti mentre si spogliavano e le accoltellava sotto la doccia e da Humbert Humbert che in squallide stanze sfogava la sua passione per quella scemetta della figliastra. Alla reception la sentii che diceva di essere mia madre. Entrammo nella stanza, lei accese una lampada che mandava una luce fioca. Sentii le sue mani su di me, il suo fiato sul collo. Mi accarezzò fra le gambe, poi mi trasse a sé e mi infilò la lingua in bocca. Volle spogliarmi lei, pezzo per pezzo, alla fine rimase quasi in estatica ammirazione del mio corpo nudo. Quando mai le si sarebbe ripresentata l'occasione di godere di un corpo così? La mia docilità aumentava la sua voglia. Si spogliò anche lei e vidi il suo corpo disgustoso ...
... da cinquantenne grassa, in cui solo i seni erano rimasti sodi e giovanili. I capezzoli le si erano induriti, segno evidente dell'eccitazione che provava, e prese una mia mano per farsi stimolare la vagina dove un mostruoso clitoride, quasi un piccolo pene, sembrava agitarsi. Vinsi il senso di schifo che provavo e la masturbai, come lei voleva. Intanto continuava a baciarmi e quella sua viscida lingua in bocca mi provocava quasi il vomito. La dovetti sentire su tutto il mio corpo, volle persino penetrarmi dietro con quell'appendice salivosa che mi lasciava scie bagnate. Pensai che ci sarebbero volute dieci docce per togliermi lo sporco di quella bava ma la lasciavo fare, che credesse pure di avere trovato il giocattolo ideale. Alla fine mi imprigionò, le mie gambe fra le sue, e cominciò a gemere e io avrei voluto che fossero gemiti di sofferenza. Si lamentava sempre di più, i movimenti spasmodici, i lamenti trasformati in rantoli. Ricordai, e questo aumentò il mio schifo, che si era spacciata per mia madre e mi chiesi se quella finzione contribuisse ad aumentare il suo piacere. Un ultimo orrendo rantolo, mentre gli occhi erano chiusi, le labbra ritratte, il volto contratto in una smorfia, e poi un fiotto inesauribile di orgasmo uscì da lei, bagnò il suo enorme clitoride, si riversò su di me. Non mi fu risparmiato un ultimo disgustoso sviluppo: dopo l'orgasmo si era lasciata ricadere sul letto ma dal corpo ora rilasciato uscì un fragoroso peto che rimbombò come un colpo di ...