Messaggio anonimo [ pt . 1 ]
Data: 29/07/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: alchest, Fonte: Annunci69
... biscotto da una scatola aperta sul tavolo ed uscì dalla porta dell'entrata guardandomi con un mezzo sorriso.
Io rimasi a letto, poco pensieroso, ero al telefono a fare solito giro su Facebook, cazzeggiare. Mi alzai dopo un pò, con molta tranquillità. Erano le 11 ormai, misi un pantaloncino senza intimo, una maglietta, infilai le scarpe e scesi al market a comprare qualcosa per pranzo. Al market c'era una cassiera niente male, rimanevo sempre senza mutande e le sventolavo il mio arnese fiero che penzolava libero davanti alla cassa. Lei imbarazzata mi lasciava il resto e io spavaldo le prendevo le monete stringendole la mano. 'Ciao bionda a domani', la salutavo sempre. Tornai su in casa, facendo le tre rampe di scale di corsa, misi a marinare le fettine di pollo e le lasciai nella scodella infilandola nel frigo. Mi buttai nel box doccia, accendendo lo stereo e aprendo la finestra per far entrare la luce estiva di quell'agosto torrido.
"Ciao tesoro come stai?" "Ciao mamma tutto bene, tra poco pranzo. Tu e papà state bene?" "Certo tesoro mio, sai che finché lui va al circolo io sto benissimo. Sono in giardino a prendere il sole, Carla sta pulendo casa.. Fa un tale trambusto quella donna, non vuole proprio capirlo. Ma dimmi caro, tu come stai? Hai bisogno di qualcosa?" "No mamma stai tranquilla, sono felice che tu stia bene. Nel weekend vengo a trovarti va bene?" "Sì caro, ti sento male mi avrai già messo in viva voce. Dimmi quanto prima possibile il giorno, così faccio ...
... comprare tutto ad Antonio e ti prepara la pasta al forno che ti piace tanto. Ciao amore, fai il bravo" "Certo mamma, ti voglio bene"
Misi il pollo a cucinare, feci pranzo guardando la tv e poi lavai i piatti. Verso le 3, con un pantaloncino e una maglietta andai a farmi una corsa al parco con cuffie alle orecchie e il conta kilometri sul telefono. Tornai a casa dopo un'ora buona, presi borsone e andai ad allenamento. Giocavo a calcio, nella squadra della città. Eravamo tutti grandi ormai, io 26 anni e gli altri dai 23 ai 30. Forse la mia curiosità per gli uomini è cominciata anche così: culi ovunque, insaponamenti di chiappe che mi hanno mandato fuori di testa. Due o tre me li sarei scopati senza pensarci due volte.
Finito allenamento, andammo nello spogliatoio. "Come va, Riccobene?" mi chiese Claudio, il caposquadra prendendomi in giro. Non so se non fosse abbastanza chiaro dalla telefonata con mia madre che sono piuttosto benestante, il mio cognome è parecchio conosciuto nella mia città. "Tutto bene capo! Ho giocato bene?" "Non deludi mai campione!" e la risposta come al solito alzò l'urlo dei compagni. Chiaramente mi prendeva per il culo, non ero chissà quale talento, ma con me scherzavano sempre tutti. "Sta mattina un'altra eh" dissi a Tano, il mio migliore amico. "Bastardo dove le trovi?" "Eeeehhh se te lo dicessi me le porteresti via"
Andammo sotto le docce, a riderne ancora. Non ero dichiarato con nessuno, tanto meno coi compagni del calcio. Così raccontavo che ...