La mia prima volta
Data: 31/07/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: genesis
Respiravo a fatica e il cuore batteva forte, quasi volesse scappare dalla mia gola. A nulla serviva chiudere la bocca e provare a deglutire, il senso di soffocamento non faceva che aumentare. Ormai ero completamente nuda, mi aveva strappato anche lo slip e sentivo l’aria fresca della sera accarezzarmi tra le gambe, come un dito invisibile che delicatamente tenta di entrare dentro di me. Non avevo la forza di reagire, o più semplicemente non ne avevo la volontà. Mai avrei pensato che sarebbe successo, non con lui, ma soprattutto non così, sopraffatta dallo stupore e dalla sua prepotente intraprendenza, ma se avessi potuto desiderarlo non avrei cambiato nessun particolare di quella serata. Nella nostra casa di campagna si era riunita l’intera famiglia per festeggiare il compleanno di nostro nonno. Classica cena in famiglia, classiche chiacchiere e classico interrogatorio imbarazzante: università e fidanzato, due argomenti sui quali ero ancora impreparata. Quella sera però c’era qualcosa di diverso dal solito. Mio cugino Marco era tornato dopo 2 anni di master in America, non poteva perdere l’ottantesimo compleanno di nostro nonno. Aveva 26 anni, sette in più di me, e non lo vedevo da sei anni, da quando lasciò casa per andare a studiare fuori, prima ancora che io diventassi donna. Di lui serbavo un bellissimo ricordo, tipico delle cotte giovanili, di quelle che la parentela a volte rende inevitabili, sebbene impossibili da accettare. Dopo un’estate passata insieme a divertirci ...
... e ad alimentare i miei sentimenti per lui, era partito per frequentare l’università e, complici la distanza e i suoi impegni di studio sempre più pressanti, non lo vidi per sei lunghi anni, fino a quella sera. Non potevo che notare con interesse, e molta attrazione, come la mia cotta preadolescenziale si fosse ripresentata sotto le sembianze di un uomo affascinante, bello e spigliato, ma in lui c’era qualcosa che mi spaventava, un modo di guardarmi che solo io vedevo e mi teneva lontana da lui. Passammo la serata separati, lui tentando di avvicinarmi e di restare soli, io impegnandomi a stare sempre in compagnia altrui, mettendo più metri e persone possibili tra noi due. La serata trascorse lentamente, tra le risate e l’allegria generale ed il mio malessere, cui non sapevo dare una spiegazione razionale, ma che si riduceva ogni qual volta la porta si chiudeva alle spalle di qualche ospite. Ultimi ad andare via furono i miei zii e Marco, dal quale mi congedai con una abbraccio più sereno di quello con cui lo avevo accolto. Chiusa la porta recuperai pienamente la mia solita allegria e, salutati i miei genitori, raggiunsi la mia stanza pronta per andare a letto. Entrata mi spogliai e, nel rivestirmi, notai meravigliata quanto avessi bagnato il mio slip; la presenza di Marco aveva fatto riaffiorare in superficie desideri che gli anni avevano lasciato affondare nei ricordi più assopiti. Spenta la luce, avvertii una fredda brezza alle mie spalle e girandomi trovai lì, davanti a me, ...