1. Non ragioniamo di loro


    Data: 04/08/2021, Categorie: Incesti Autore: miriana

    ... sicuro rivisto il mio nuovo, virtuale principe azzurro. Un venerdì sera, mentre servivo una coppia di anziani, la moglie del mio datore di lavoro, salutò qualcuno appena entrato nel locale: “ Buonasera, Alessandro …! ”. Anche il nome era bellissimo, come tutto quello che apparteneva alla sua persona, ovvero, al mio bel moro, colui che la signora aveva salutato con troppa enfasi, nonostante ci fosse presente suo marito. “ Buona sera, signora Giuliana ” aveva risposto lui con la sua voce maschia, ma non assolutamente rude. “ Cosa mi servite di buono, questa sera …? ” aveva chiesto ad alta voce, mentre il suo sguardo si rivolgeva esclusivamente a me che, non lo nego, stavo quasi tremando, per quanto gli occhi suoi mi perforavano l’anima. “ Miriana, portagli il menù ” ordinò il proprietario, strattonandomi, con la sua voce possente, dal torpore in cui mi trovavo dallo stesso momento in cui era entrato nel locale. “ Tu, cosa mi consiglieresti, Miriana? ” mi chiese ancor prima di aprire la cartellina del menù. “ Secondo i miei gusti? ” – “ Si, certo! ” – “ Beh, io, prenderei il risotto agli asparagi, come primo, e come secondo, un misto pesce grigliato con contorno di verdure, anch’esse grigliate ” dissi. “ Bene, ed allora, cos’aspetti ad ordinarli ? E come vino, ti va un rosé fresco di cantina? ” mi domandò poi, scostando la sedia vicina a lui indicandomi di sedere. “ Io non posso … ! Sono qui per lavorare … ” accennai, con poca voce a disposizione. “ Io credo che Vittorino ti ...
    ... lascerà libera, vero capo? ” gli aveva domandato da lontano, sollevando la voce in modo che lo sentissero tutti i presenti nel locale. “ Ovviamente. Certamente! ” aveva risposto lui, ossequioso, ricevendo sguardi benevoli da parte della clientela. Il sogno che, per diverse notti, mi aveva vista seduta al suo tavolo, si era avverato. Non me l’ero fatto dire una seconda volta, mi ero seduta accanto a lui in attesa che la sua voce meravigliosa mi accarezzasse le guance, mi stimolasse ancor più i battiti cardiaci che già mi facevano quasi scoppiare il cuore. Una cena davvero meravigliosa, come d’altronde tutti gli argomenti che l’avevano contornata: “ Posso permettermi di chiederti l’età, Miriana? ” , mi aveva chiesto, abbassando la voce, come se volesse proteggermi da eventuali curiosi. “ Prova a indovinare, Alex ” avevo risposto, curiosa. “ Dal tuo aspetto, direi perfino che sei minorenne, ma poi, il fatto che lavori in un locale pubblico, mi fa pensare che hai compiuto almeno diciotto anni ” aveva detto, mostrandosi sicuro di averci azzeccato. “ Si, diciotto anni li ho compiuti ” risposi, senza menzionare la mia vera età. Soddisfatto, aveva cambiato discorso, andando sul personale. “ Devo confessare che, dal primo momento che t’ho vista, mi sono detto: “ Quella deliziosa creatura, deve essere mia , ovviamente, nel senso buono del termine, e cioè, come fidanzata, compagna o che ne so ” aveva terminato, confuso. “ Ed hai inscenato tutta questa farsa per questo? Non era molto più ...