1. L'amico nero di mio figlio p.5


    Data: 09/08/2021, Categorie: Tradimenti Autore: maialazzo, Fonte: Annunci69

    ... io.
    
    Alla possibilità di una ripassata in un giorno in cui non era prevista non potevo dire di no! Così aspettati fuori degli spogliatoi che Jerome finisse di prepararsi. Uscì ridendo e scherzando con altri due ragazzi; uno era enorme e nero pece, l'avevo visto per tutto il tempo durante la partita sgomitare gli avversari e farsi rispettare in campo. L'altro non l'avevo mai visto, forse era in panchina: era bassino (rispetto agli altri due) e dal colorito nordafricano. Jerome me li presentò come Marco e Tarek. Quando arrivammo alla macchina, sorprendentemente, visto che era l'unico che conoscevo, Jerome salì dietro di me, Marco al mio fianco e Tarek dietro di lui con Jerome. Da dietro Jerome mi indicava la strada da seguire, mentre io lanciavo qualche battuta sulla partita, ma Marco sembrava molto timido e parlava poco, mentre Tarek sapeva poco l'italiano, era arrivato da soli sei mesi. Poco a poco Jerome fece scivolare la conversazione sul sesso, cosa che mi imbarazzava molto, visto il nostro rapporto clandestino. Iniziò anche a dire cose come: "Con le donne mature si scopa molto meglio, sono più esperte e più calde" oppure "A molte signore per bene piace il cazzo nero" o addirittura "Ma lo sapete che la mamma di Riccardo è una vera puttanella?". Non posso negare che tutto quel parlare di sesso mi stava scaldando, e, come nulla fosse, continuando a parlare, Jerome allungò le mani da dietro e iniziò a palparmi le tette. Stavo per reagire, per mantenere la facciata, quando ...
    ... mi sussurrò all'orecchio "Tranquilla, gli ho raccontato tutto". La cosa non mi tranquillizzava per niente, anzi, mi agitava molto, ma le sue mani sui seni, che ogni tanto mi pizzicavano i capezzoli, mi fecero stare zitta per godermi il momento. Jerome continuava a palparmi le tette e a darmi indicazioni sulla strada, mentre commentava con gli altri quanto fossero sode e quanto gli piaceva sborrarci sopra. Ad un certo punto disse: "Marco, fai vedere alla signora Monica cosa nascondi" al chè Marco si abbassò la tuta a metà coscia, lasciando in bella mostra una mutanda bianca con un mega bozzo all'interno. "Smettila Jerome!" gridai, e anche: "Marco non ci provare!", ma bastò che Jerome dicesse con calma: "Dai, Marco, non fare il timido" perchè il ragazzo completasse l'opera, abbassandosi anche le mutande. Ne venne fuori un biscione moscio che non aveva niente da invidiare al cazzone di Jerome che tanto bene conoscevo. Facevo fatica a concentrarmi sulla strada, e facevo fatica anche a non guardare quel pezzo di carne che nel frattempo Marco aveva cominciato a menarsi lentamente. "Mettilo via!" urlai ancora, ma Jerome mi sfidò: "Facciamo così, se ti metto una sulla figa e sei bagnata gli fai una sega, altrimenti lo mette via e filiamo dritti a casa". Si allungò da dietro per infilarmi una mano fra le cosce ma io le tenni serrate: però era troppo forte, con l'altra mano mi allargò le ginocchia e raggiunse il suo obiettivo, trovandomi ovviamente fradicia, come ero dall'inizio della ...