1. Luisa


    Data: 11/08/2021, Categorie: Etero Autore: -Andreami-, Fonte: RaccontiMilu

    La mia barista di fiducia &egrave Luisa. Vado da lei quasi tutti i giorni a pranzo. Lei mi delizia con primi piatti, insalatone, panini e piadine. E da ieri qualcosa di più.Lavoro in un piccolo paese della bassa. Un bar, un�edicola, un panificio, insomma uno di tutto. D�inverno poca gente in giro, d�estate anche meno.Non essendo del paese vado a pranzo al bar quasi tutti i giorni e ormai con Luisa c�&egrave un ottimo rapporto barista-cliente.Luisa &egrave una signora che ha da poco superato i cinquant�anni, cinquantuno per la precisione. &egrave abbastanza alta e magra, ma con le curve al posto giusto. I capelli sono rossi, a volte a caschetto e a volte tirati indietro e legati a coda. Gli occhi azzurri sono vivaci dietro leggere lenti da miope su una grande montatura nera. Il viso, con qualche rughetta d�espressione, &egrave punteggiato dalle lentiggini. In estate la sua pelle bianca prende un po� di colore, ma non tanto. Quanto basta per vedere la differenza. Porta una quarta abbondante, ma sul suo fisico asciutto le tette sembrano ancora più grandi. Sono un po� cadenti, come ho potuto constatare ieri. Ma sembrano ancora sode al punto giusto. E i capezzoli sono belli grandi e turgidi quando si eccita.Da quanto ne so &egrave divorziata da molti anni e non ha più trovato l�uomo giusto. Ha una figlia sui vent�anni che vive in un�altra città. Spesso al bar &egrave oggetto di battutine piccanti da parte degli avventori. Battute a cui risponde sempre con ironia, anche se vi si ...
    ... legge un po� di malinconia per una vita sessuale non proprio soddisfacente. Almeno così l�ho percepita io.Dopo la nostra piccola avventura a tre di ieri, io, lei e una cliente, mi ha dato un velato appuntamento per oggi, alla chiusura pomeridiana del bar.�Sai, alle due chiudo il bar che tanto non c�&egrave nessuno in giro fino alle sei, però la porta dietro magari &egrave aperta� mi ha detto ieri.Non ho nemmeno dovuto pensarci più di tanto.&egrave il quattordici di agosto. Caldo. Appiccicoso.Arrivo al locale verso le due e mezzo. Il cuore batte forte. Assaporo già mentalmente quanto mi sta per accadere. La porta d�ingresso principale &egrave chiusa, come mi aveva detto. In estate non c�&egrave un�anima in paese e sarebbe inutile tenere aperto. Alla sinistra dell�ingresso principale c�&egrave un cancello che porta a un piccolo cortile interno su cui si apre la porta di servizio. Varco il cancello, cammino sul terreno polveroso seccato dal sole. Il caldo e l�eccitazione crescente mi fanno sudare. Ho la fronte imperlata che tento di asciugare con il fazzoletto. Mi avvicino alla porta e giro la maniglia. &egrave aperta. Apro la porta e mi ritrovo in un corridoio un po� buio, illuminato solo dalla luce che arriva dalla porta. L�ambiente &egrave molto più fresco dell�esterno. Sulla sinistra casse di acqua minerale appoggiate a terra. Di fronte una porta socchiusa. Sulla destra delle scale.�C�&egrave nessuno?� domando.�Sali, sono di sopra� sento Luisa che mi risponde.Con il cuore che ...
«1234...»