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La mia nera di ferragosto
Data: 12/08/2021, Categorie: Etero Autore: alybas, Fonte: RaccontiMilu
... letteralmente in bagno con lei Entrammo in doccia e sorridendo mi mise le mani all�interno della vagina. Mi guidò fino ad un certo punto e poi si posizionò di spalle tenendosi alla porta della cabina della doccia accese l�acqua inserì il mio pene nel culo dicendo : e agora fode minha bunda e io partii a sfondare con lei che apriva le natiche e si masturbava la clitoride godendo fuori di se. Sentirla così mi fece arrivare quasi subito e lei voltandosi verso di me rise in modo evidente. Muoveva il culo in un modo vorticoso e in quel momento capii tutti gli amici che avevano fatto anale con le basiliane e che dicevano che era un paradiso. Fu una goduria tanto che le gambe mi cedettero. Janira riprese il cazzo e per il cazzo mi tolse dalla doccia si posizionò davanti allo specchio nella posizione a 90 gradi e mi disse: agora e foder minha buceta e così facendo mi infilò il pene dopo avergli dato una serie di buoni massaggi e ottime succhiate dandomi una serie di pacche sul culo e incitando: minha buceta est� em chamas. Ti piace la mia figa dimmi ti piace, ti piace, dimmi che la ami ed io la amai nel modo più fisico e emotivo in cui riuscii in quella fantastica gara a chi si dava di più. Fatto il culo e fatta la vagina ci riimmergemmo nella doccia e non potè mancare l�enesimo pompino che fu grandioso ma meno generoso di sperma rispetto agli altri ma il più goduto da me e quindi inevitabilmente feci il mio omaggio alla sua figa. Eravamo soddisfatti da morire, ci rivestimmo e ...
... decidemmo di uscire in giro per Roma, metropolitana, sorrisi, e gioia. Arrivati al centro facemmo incetta di tutti i bar possibili e immaginabili. Camminammo molto e poi andammo a pranzare al solito ristorante. Il pomeriggio trascorse tranquilllo con acquisti nei negozi aperti e poi baci, carezze e tante, tante allusioni a quello che avevamo fatto e a quello che ci aspettava. Rimanemmo in giro sino a sera, cenammo e poi di nuovo in metropolitana. L�unica ossessione era quella: dimmi se mi ami, quanto mi ami e dimostrami che mi ami. Spesso ci baciammo al limite della decenza con lei che cercava insistentemente di prendere il cazzo ma io spesso mi distaccavo non volevo, molti ci guardavano. Sulla metropolitana non ci fu verso volle stare seduta sopra di me sorridendomi mentre io ero molto nervoso e lei mimava il rapporto sessuale, fu un tormento ma finalmente giunsi alla mia fermata. Non voleva farmi scendere e io cercai di scendere lo stesso ma non riuscii. Le porte si chiusero e io ero furente. Janira capì che ero fuori di me si sedette vicino e mi disse abbracciandomi vieni da me ti prego voglio solo un�altra notte d�amore e poi basta. Mi mise le mani sul ene ma io mi acquietai. Scendemmo dopo diverse fermate e poi a piedi. Janira mi disse che la notte non era consigliabile andare da sola in quel quartiere. Arrivammo ad un portone entrammo in un pianterreno la casa era molto piccola ma vi era tutto per quello che potei vedere. Immediatamente �mi abbracciò e mi dimostrò tutta la ...