1. Ti odio, ti odio


    Data: 15/08/2021, Categorie: Etero Autore: Gregorio Erizzo, Fonte: EroticiRacconti

    Quanto tempo è che ci conosciamo? ...Saranno quattro cinque mesi. È lo stesso periodo in cui ti sei attaccata al mio cervello. Sette su sette, acca ventiquattro. "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore..." si dice. A volte ci sono le eccezioni. Sono due tre mesi infatti, che evito accuratamente di vederti e incontrarti. Ma nulla è diverso. Resto sempre col cervello colmo di puttanate da verginella che mi riportano a te. Poi oggi, sono in compagnia, che cammino e sei lì, anche tu insieme ad altri. Qualcuno si ferma a parlare con te. Non avevo idea che ti conoscesse... È la prima volta che vedo tuo marito. Sta badando ai vostri figli che giocano, mentre tu stai chiacchierando. Porca vacca. È oggettivamente un bel uomo... È pure più giovane di me... ...Ma cosa cazzo ho in testa? Che cosa stracazzo mi frulla nel cervello? Me ne sto qui ad elucubrare, mentre sono spettatore silenzioso di ciò che mi accade intorno, senza in realtà esserne coinvolto, nemmeno a livello sensoriale. Mi sento invisibile. Nessuno mi guarda, nessuno sembra accorgersi ch'io sia qui. Forse vorrei essere altrove. Tu pare che non mi conosca e che nemmeno ti interessi di sapere chi sono. Tutto questo finché, d'un tratto, e non capisco neanche perché, vengo interpellato in merito a non so che questione. Mi si chiama in causa nella vostra ignota conversazione e non ne conosco il motivo. Mi chiedo che roba mi stanno domandando perché non sono in grado di sapere se potrò rispondere. Eppure lo faccio, ...
    ... automaticamente, pronunciando parole oscure, delle quali mi sfugge assolutamente il significato; non so in verità, minimamente che cosa sto dicendo... Epperò finito che ho di parlare, non posso fare a meno di incrociare il tuo sguardo e salutarti. Tu invece, non rispondi al mio ciao e mi guardi pure con aria severa. Sono quegli occhi. Quegli occhi adorabili che conosco. E pure, non lo sono. Mi pungono come sale grosso sulla lingua, anziché rinfrancarmi con quel dolcissimo zucchero, cui mi avevi abituato. E la cosa mi spiazza davvero. ...Ma c'è qualcosa. C'è qualcosa di infinitesimale. C'è qualcosa che non riesco ad individuare in quel comunque, bello sguardo. Zoommo, cerco di mettere a fuoco... riprovo a capire, ripeto l'operazione... Poi eccola lì. Porca puttana miseria baldracca. In fondo a quel blu che ci si perde, è lì. Una stilla di patimento. Una punta di sofferenza. Ed è una pugnalata nelle mie viscere. Mi sento in colpa. Capisco solo adesso, di averti sbattuto la porta in faccia senza un apparente motivo. Sono uno stronzo bastardo. Sono proprio un pezzo di merda. Ok. Ok. Va bene, non è giusto. Non è giusto. Non posso fare così. E infatti non ti evito più. Tu torni a sorridermi. ...Sarà per colmare il senso di colpa, ma non ritiro più le cose belle che ti dico. E tu l'apprezzi più del gioco che facevamo prima. Sono come un papà che fa contenta la sua bambina. No, no, non è che non giochiamo più a sputtanarci... però quando ti dico qualcosa di carino, resta tuo. Per sempre. Così, mi ...
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