Una punizione esemplare
Data: 20/08/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: evoman, Fonte: RaccontiMilu
... respirare liberamente.* Respiri con il naso. La palla di gomma serve a salvaguardare i suoi denti. � mi spiegò mentre legava dietro la mia nuca i lacci che fuoriuscivano dalla palla.Ora, con la bocca così piena, potevo soltanto mugolare.Appena terminato, mi si accostarono, uno per lato e, tenendomi per le spalle, mi fecero uscire dallo studio del medico capo.Il tragitto fu un tormento: il camice mi lasciava completamente scoperto il sedere e sentivo lo sguardo dei due uomini soffermarsi sulle mie belle natiche ondeggianti mentre camminavo.La stanza nella quale mi accompagnarono era molto grande; conteneva una decina di comode poltrone disposte a semicerchio attorno ad un�enorme poltrona ginecologica molto più complessa ed attrezzata di quella della stanza del medico.Quello che mi colpì, in particolare, di quella poltrona, fu il sedile; era fatto a forma di U, con una striscia vuota al centro.I due infermieri mi fecero sedere sulla poltrona e mi posizionarono le gambe su particolari staffe, del tipo in grado di sorreggere tutto l�arto, dalle cosce ai piedi, poi, con delle cinghie, mi legarono alle staffe in modo che, le mie gambe, non potessero più compiere il minimo movimento.Feci appena in tempo ad abituarmi a quella scomoda posizione che, con altre cinghie, mi legarono il busto allo schienale della poltrona, facendolo poi reclinare fino a farmi distendere quasi completamente; infissero dei lunghi pioli ai lati dello schienale e mi ci legarono a braccia distese, proprio ...
... come se mi avessero messa in croce. L�infermiera, che ci aveva raggiunti da poco, mi bloccava intanto la testa con una specie di cuffia infissa al bordo superiore della poltrona.A quel punto ero veramente terrorizzata: il mio corpo non poteva fare il minimo movimento; ero in loro completa balia.Con la coda dell�occhio vidi l�orchessa impugnare un paio di forbici ed avvicinarsi in modo minaccioso. Tentai di gridare, ma la palla che avevo in bocca m�impedì di emettere qualsiasi suono.Fortunatamente le forbici non erano per me, per staccarmi qualche pezzo di corpo, come avevo paventato, ma semplicemente per tagliare il camice e denudarmi di nuovo, completamente.I due infermieri, nel frattempo, avevano afferrato le staffe che mi imprigionavano le gambe, ed avevano cominciato a divaricarle fino al punto che ebbi l�impressione di essere squartata in due: avevo le cosce talmente allargate da sembrare una ballerina mentre fa la spaccata.Soltanto allora mi accorsi che in alto, sul soffitto, c�era uno specchio che mi consentiva di vedere perfettamente tutto il mio corpo e, purtroppo, tutto quello che mi avrebbero fatto.L�infermiera mi applicò il bracciale dello sfigmomanometro e stava proprio completando la misurazione della pressione quando rientrò il medico capo. Non era solo: era accompagnato da un gruppo, in maggioranza uomini, tutti con una maschera sul volto. I nuovi entrati si accomodarono, in silenzio, sulle poltrone disposte a semicerchio attorno a me.Sentivo i loro sguardi ...