1. LA VICINA


    Data: 23/08/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: lukeit, Fonte: xHamster

    ... ci avessero scovati in quelle condizioni, con i precedenti che mi ritrovo, nessuno mi avrebbe creduto, per me ci sarebbe stata solo la galera. Mi ero cacciato in vicolo senza uscita. Potevo solo obbedire fino infondo a quella pazza. Pensai che se avesse esagerato l'avrei uccisa. Dopo un attimo che mi guardava evidentemente scorse qualcosa di folle nei miei occhi e riprese a parlare dicendo che le altre ragazze sapevano che ero qui e che non mi sarebbe convenuto seguire strane idee. La pazza non era pazza, era un genio del male. Mi aveva veramente incastrato. E mi chiedevo fino a che punto avrei potuto sopportare, ma non mi diede il tempo di pensare troppo, aprì la bocca come per emettere un nuovo agghiacciante grido ed io con lo sguardo le feci capire che ero pronto nuovamente a giocare, anche se sapevo perfettamente che questa volta non sarebbe stato un gioco, si faceva sul serio e questo non mi faceva per nulla eccitare. Il pene si era ammosciato, tutto mi passava per la testa fuori che scopare. Avrei voluto essere al mare. Come avevo progettato ieri sera prima di uscire. Mi ero detto che se stamani mi fossi alzato presto e se fosse stata una bella giornata sarei andato al mare. Maledetta sbronza. Vaffanculo a quegli stronzi dei miei amici, se non gli avessi incontrati all'uscita del cinema me ne sarei tornato a casa, a mezzanotte mi sarei già infilato nel letto ed oggi sarei andato al mare, mentre quella troia avrebbe passato la giornata a masturbarsi con le sue amichette ...
    ... oppure a farsi i ditalini in chat. Vaffanculo. Vaffanculo. Interruppe nuovamente i miei pensieri: “Bene, visto che le mie piccole e graziose dita sono state nel tuo sudicio culo, succhiamele fino a pulirle per bene. Avanti ciccio, muoviti!”. Le mise innanzi alla mia bocca. Le presi a succhiare, le muoveva premendomi sulla lingua causandomi a momenti conati di vomito. Per un attimo pensai che sarebbe stata una bella vendetta vomitargli addosso, oppure stringere la morsa fino a staccargliele, quelle dita di troia. Poi le tirò via improvvisamente, si guardò intorno, vide per terra le mie sborrate: “Ma guarda, lo sai che lo sperma macchia i pavimenti. Sarà bene che tu pulisca...”, si avvicinò, “...con la lingua. Avanti, ciccio, lecca per terra le tue sbrodate!”. Stavo per alzarmi, mi fece cenno di rimanere per terra, a quattro zampe. Feci per muovermi, come una cane sottomesso a forza di legnate, mi fermò di nuovo e mi invitò a strisciare per terra. Il pavimento era freddo, mi portai con la testa nei pressi dell'ultima sbrodata, mi fece cenno di leccare, tirai fuori la lingua, leccai il mio liquido seminale, era ancora caldo, poi mi indicò l'altro sperma, era molto di più, anche perché non mi ero masturbato da quasi una settimana, ci misi la lingua sopra, era freddo, faceva ancora più schifo. L'unico pensiero che rendeva il tutto sopportabile era quello di ucciderla. Galera per galera, tanto vale farla fuori, ma non subito, no, deve soffrire. Ora mi alzo, gli tappo la bocca per ...
«12...678...»