Racconto triste, nero come la notte
Data: 23/08/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Hardcore,
Dominazione / BDSM
Autore: antonio_fusco, Fonte: xHamster
... delle cose.Facevo un lavoro che mi faceva schifo, tanto quanto mi faceva schifo il mio capo, non avevo una storia da due anni e le poche donne con cui ero uscita negli ultimi tempi mi avevano fatto sperare che la serata finisse il prima possibile. Lanciai uno sguardo a sud, dove la collina veniva rischiarata dalla gelida luce lunare. Alcune nubi arrivavano da est, proprio come Alina, probabilmente erano cariche di neve. Di lì a poco io sarei stata sola sotto le mie coperte ad aspettare che mi passasse la sbronza, indifferente a quel candore che da piccola mi faceva impazzire di gioia. Non so come, arrivai a casa.La sera seguente ripensai alla pessima figura che avevo fatto al bar. Non mi importava tanto dei clienti, quanto di Alina e del fatto di averla messa in imbarazzo. Dopo aver letto un ebook erotico per nutrire solo virtualmente le mie esigenze sessuali, decisi di aspettare l'orario di chiusura del bar per andare lì a scusarmi. Indossato il cappotto a chiodo marrone e le scarpe più calde che avevo, mi avviai a piedi lungo il marciapiede. Il freddo era più pungente e le nuvole ricoprivano il cielo come una cappa opprimente. Circa dieci minuti dopo mi trovavo già a pochi passi dal locale. Vidi gli ultimi clienti barcollanti uscire, mentre Alina si affrettava a seguirli in direzione dell'ingresso in modo da chiudere non appena avessero messo piede fuori. Feci una corsa per riuscire a beccarla prima che chiudesse, ma quando mi trovai alla porta lei dietro il vetro mi dava ...
... già le spalle. Così bussai delicatamente, facendola sobbalzare. Nel rendersi conto che ero io, i suoi occhi azzurri si distesero in un sorriso.“Ciao, che ci fai qui a quest'ora? Il bar è chiuso...”, disse aprendomi la porta. “Scusa, lo so”, risposi, “volevo parlarti un attimo?”.Parte IIICon la sua solita gentilezza Alina mi invitò ad entrare dentro il locale spoglio. Il calore dell'ambiente, accompagnato da un lieve profumo di fritto, era decisamente invitante.“Volevo... scusarmi con te per ieri sera...”, sussurrai mentre mi accompagnava al banco.“Per cosa?”, chiese smarrita, “siediti pure”.“Per la scenetta che ho fatto...”, spiegai, “sono caduta per terra e... non ero un bello spettacolo per il locale”.Inaspettatamente Alina si mise a ridere di gusto a quelle mie parole. “Scusa”, esclamò col suo accento russo, “non rido per te. Ci sono tanti uomini che entrano ed escono dal bar e sono tanto più ubriachi di te e anche violenti certe volte. Per questo rido, è strano che tu ti scusi”.Le sue gote erano diventate da bianche come la neve a rosa pesca. Incantata dalla sua dolcezza, non potei fare a meno di avvicinarmi al suo viso per baciarla. Fu un bacio labbra su labbra, senza particolare ardore, privo della bramosia del sesso. Ma si trattò comunque di un bacio pieno di calore e, oserei dire, di amore. Un istante dopo Alinaebbe un mezzo mancamento, piegò le ginocchia e appoggiò una mano al bancone. “Hey, tutto bene?”, chiesi tenendola per i fianchi.“Si”, sospirò, “sono solo molto ...