Racconto triste, nero come la notte
Data: 23/08/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Hardcore,
Dominazione / BDSM
Autore: antonio_fusco, Fonte: xHamster
... le labbra, sotto il suo sguardo instupidito e ormai rasserenato. Abbracciandola sentii il suo corpo abbandonarsi pesantemente sul divano, come se finalmente fosse giunto il momento di un meritato relax. La invitai a stendersi e mi posai delicatamente sul suo corpo caldo. “Ti amo anch’io”, le sussurrai ad un orecchio. Rebecca chiuse gli occhi e mi strinse a sé sospirando. Fu allora che le baciai il collo e glielo leccai con avida voglia di lei, dei suoi sospiri spaventati, di quella pelle ispiratrice di lussuriosi sogni. La baciai nuovamente sapendo che si trattava solamente del primo di una infinita serie di altri baci, che si sarebbero moltiplicati nel tempo. I suoi seni caldi e morbidi mi attendevano sotto il maglione di lana. Ne toccai uno facendo sobbalzare Rebecca dall’inaspettato piacere. Infilai la mano sotto la maglia mentre lei rimaneva immobile ad aspettare che io la trascinassi in un flusso di intenso piacere. E questo io feci, allora per la prima volta e in seguito infinite volte.Racconto d'aprileParte ILe lacrime scendevano copiose lungo le mie guance mentre Lucia mi teneva le mani, stringendole fra le sue. D’un tratto ne portò una al mio viso bagnato e lo asciugò con un fazzoletto. Rimasi senza fiato quando con l'altra mi sfiorò il seno. La fissai con gli occhi carichi di stupore, quasi a volerle chiedere perché mai avesse aspettato quel momento per mettere le mani su di me, proprio gli ultimi minuti in cui eravamo insieme, prima che mi venissero a prelevare ...
... per farmi uscire. Ebbene si, mi trovavo in prigione da una decina d’anni. Io e Lucia stringemmo amicizia solo qualche anno dopo il mio ingresso. Col tempo diventammo più che amiche, non ci perdevamo mai d’occhio. Finché un giorno iniziai a desiderarla. All’inizio pensai fosse la semplice conseguenza dell’astinenza sessuale, per cui essendo ormai rinchiusa lì da molto tempo mi venisse spontaneo rivolgere il mio interesse ad una persona con cui passavo tanto tempo. Poi mi accorsi che in realtà non si trattava solo di questo. L’interesse verso mio marito, che era fuori ad aspettarmi, diminuì fino a scomparire del tutto, insieme alla mia voglia di uscire da quella dannata prigione. L’unica cosa che invece aumentava era il mio desiderio per di lei, che un bel giorno scoprii essere reciproco. Ci trovavamo nell’assolato prato della prigione in cui una volta al giorno avevamo un’ora e mezza di libertà. Trovai dei fiorellini azzurri che non avevo mai visto vicino ad un piccolo stagno e li mostrai a Lucia. Lei mi disse che conosceva quel fiore, ma non ne ricordava il nome. E aggiunse che un fiore così grazioso avrebbe potuto portare il mio nome. Io le chiesi scherzosamente se mi amasse e lei del tutto seria rispose di si. I nostri visi abbandonarono l'espressione di giovialità, per assumere quella dell’istantanea consapevolezza. Da allora parlammo spesso di noi, crogiolandoci tra dolci parole sussurrate e piccole confessioni, ma non ci toccammo mai con un dito. Non so perché, forse il ...