Mohamed e gli altri - parte 3
Data: 26/08/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: cumonface, Fonte: Annunci69
... lentamente verso il lavandino dov'ero io di spalle. Mi sembrò di sentire i suoi occhi sulla mia schiena nuda, ma rimasi lì. Fu allora che sentì Youssef poggiare il suo pacco sul mio culo con la scusa di allungarsi per prendere i bicchierini in alto. Fu un gesto morbido, delicato ma sensuale. Avrei potuto svincolarmi ma non era quello che volevo e poi … perché? Youssef aveva addosso quei boxer bianchi attillati, che mi sono sempre piaciuti in un uomo, perché lasciano immaginare di tutto di più. E Youssef aveva davvero una gran bella dotazione, che ora sentivo strusciare sul tessuto leggero del mio pareo. Anche Mohamed aveva cominciato così il giorno prima, fuori la porta di casa, per cui – pensai tra me e me: “se tanto mi dà tanto !!!!”. Youssef allungò le mani per prendere i bicchierini e fu allora che avvicinando la bocca al mio orecchio, mi disse sussurrando:
“Ti ho sentito come ti facevi sbattere da Mohamed, puttanella! Sono rimasto col cazzo dritto tutta la notte.” - e mentre diceva questo dimenava il bacino facendomi sentire meglio il suo palo duro tra le chiappe - “Senti come me lo hai fatto diventare, troia!”. Il suo fiato sul collo, la sua calda voce nell'orecchio e quel suo spingermi maschio contro il lavandino, mi stava facendo eccitare, per cui lo lasciai fare e lo facilitavo muovendo il culo con fare malizioso. Youssef mi sollevò il pareo da sotto, senza scioglierlo e l'attimo dopo sentì il suo cazzo enorme poggiarsi tra le due chiappe, facendolo scivolare su e ...
... giù. Riuscivo a vederlo con la cosa dell'occhio: bello, duro e grosso. Aveva ragione Mohamed: Youssef aveva un cazzo gigante. “Che culo da troia!” - diceva - “non resisto!”. Avrei voluto prenderglielo in bocca ma era fin troppo chiaro: Youssef era troppo eccitato e aveva solo voglia di sbattermelo in culo. “Ti piace il cazzo nero, eh? Puttana! Tu non cercavi una casa! Tu cercavi cazzi! E li hai trovati. Non hai visto ancora niente!”. Mi eccitava il suo parlare con questi toni maschi e autoritari. Youssef era quello che parlava meglio italiano. Mi eccitava sentirgli dire queste porcate, per via del suo accento comunque straniero. Magari tante altre cose non le sapeva dire, ma (si sa!) le parolacce sono le prime cose che si imparano di una lingua. “Troia! Ti scopo qui in cucina, così sentono anche i mie amici dell'appartamento accanto!” e mentre diceva così, sentì che con la mano puntava la sua cappella sul mio buco. Aveva il cazzo talmente duro che non fu difficile tenerlo in tiro, pronto di lì a poco a sfondarmi con tutto se stesso. “Apri il culo, troia! Allarga! Lo so che ti piace. Ce l'hai già sfondato!”. E in effetti, sebbene la sua cappella era un po' più grossa di quella di Mohamed, sentì che scivolò dentro, forzando una certa mia prima resistenza.
“Siiiiiii, così !!!! Non toglierlo!” - ansimai io, dopo un urletto iniziale. Sentivo bruciore ma non volevo tirarmi via. Youssef era il nero che tutte le troie passive come me desiderano almeno una volta nella vita. E poi, ...