1. Dipendenza - parte quarta e conclusione.


    Data: 30/08/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Hardcore, Autore: Bradi77, Fonte: xHamster

    (Nota: il blocco sulla conclusione di questo racconto è durato più di un anno. Ho smesso di pensarci, dedicando il mio tempo al cazzeggio su altri racconti, finché questo breve paragrafo conclusivo non è saltato fuori da solo. A me soddisfa, ecco. Spero che possa essere accettato da chi ha letto e trovato interessanti i precedenti capitoli. Grazie a chi si prenderà la briga di leggerlo).IVIl piccolo bar nella piazza del paese, due strade che si incrociano e quattro file di vecchie case di mattoni, fa un caffé più che passabile. Io e Carla sediamo ad un tavolino poggiato sul marciapiede, a due passi dalla strada deserta. Qualcuno fuma un toscano, da qualche parte, ammorbando l'aria tutt'intorno. In mezz'ora vediamo passare due auto, ed entrambi gli autisti salutano il barista agitando un braccio fuori dal finestrino e gridando qualcosa di incomprensibile, cui il barista rimanda gridando con aria allegra qualcosa di altrettanto incomprensibile. A me, nato e cresciuto a Milano, queste cose fanno sempre percepire improvvisamente quanto sia povera, stupida e gretta la vita in città. Io faccio colazione da dieci anni nello stesso bar, prima di andare al lavoro, e non ho la minima idea di come si chiami il barista, per dire.La giornata è relativamente calda, una lieve brezza rende sopportabile il tepore del sole. Le tazzine sono vuote da un pezzo. Abbiamo comprato del pane nella panetteria del paese, trovandolo incredibilmente ancora tiepido di forno: il profumo del pane fresco ...
    ... è un qualcosa che avevo quasi completamente dimenticato. Abbiamo visitato la piccola chiesetta del paese, davanti alla quale una targa annunciava che risaliva al 1200: l'interno era spoglio, l'odore d'incenso penetrante, e ci eravamo soffermati a rimirare un crocifisso enorme intagliato nel legno che, diceva un'altra targhetta, era di autore ignoto e risaliva al 1500. Un piccolo tesoro, insomma, in una piccola chiesa sconosciuta e deserta.Un bambino del paese, con la faccia decorata da quello che poteva essere gelato al cioccolato, aveva attaccato discorso con Carla, una volta usciti dalla chiesetta, e le aveva raccontato che la maestra non aveva dato loro compiti da fare per lunedì. Poi le aveva chiesto come mai lei portasse un anello giallo e suo marito, invece, un anello bianco. Io avevo riso e avevo detto al bimbo che a me il giallo non piaceva, e il bimbo, soddisfatto dalla risposta, ci aveva salutato ed era corso via, in mezzo alla strada. Tanto di auto non ne passavano mai."Incredibile come questi posti semideserti riescano ad essere così vivi", mi aveva detto Carla osservandolo razzolare sino al marciapiede.Il barista porta via le tazzine di caffé, ci chiede se gradiamo qualcosa d'altro. Chiediamo due bicchieri di bianco, come aperitivo: ormai è mezzogiorno passato. Quando i calici arrivano, brindiamo senza dire nulla. Il vino è fresco, buono."Io ti volevo ringraziare per prima", dico a Carla, un po' timidamente. Lei sorride."Io invece ti volevo chiedere scusa, per ...
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