Conseguenze di una visita ambulatoriale
Data: 30/08/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69
Ho poco più di cinquant'anni e da trenta sono addetto alle pulizie di un grande centro ambulatoriale al centro di Roma. Faccio sempre le stesse cose: spazzo tutto il giorno e, nelle ore di chiusura, spolvero le scrivanie dei dottori e lavo i pavimenti. Sono di costituzione robusto e il lavoro non è certo pesante. Qualche volta mi chiedono di spostare un macchinario ma non è certo un problema per me: ho dei muscoli forti e tonici che non mi hanno mai deluso (né hanno deluso mia moglie o qualcun'altra). Per finire di descrivermi vi dico che ho una folta barba e sono coperto di pelo fino alle nocche delle mani. Molti peli, come anche molti capelli, sono ormai bianchi che si mescolano a quelli neri naturali, specie sulle tempie. Ma dicono che il brizzolato piace e lo capisco dagli sguardi di molte donne in attesa nelle apposite sale prima della visita specialistica. Molte donne ma anche molti uomini, anche se faccio finta di niente. Non sono e non mi sento bisessuale. A me piacciono solo le donne o, almeno, ne ero sicuro fino a pochi giorni fa.
Mi è capitato che passando a spazzare in una sala di attesa sono stato rapito dalla bellezza di un ragazzo che avrà avuto venti anni o poco meno. Quello splendore non ha colpito solo me ma anche "quello" che tengo tra le gambe, nascosto nelle mutande.
E' da questo eccezionale interessamento che ho capito la stranezza della situazione.
Di solito mi piace scambiare qualche parola con i pazienti in attesa. Mi distrae un po' dalla ...
... monotonia del lavoro. Istintivamente ho cominciato a parlare con lui, a dirgli che ormai non ce la facevo più, che stavo lavorando dalle sei della mattina e che stavo per finire il turno.
Notai anche che il mio interessamento era contraccambiato. Mi disse di sé, di dover fare una visita dermatologica per controllare un neo che gli sembrava strano. Il discorso poi andò sulla difficoltà oggi di trovare un lavoro, infatti gli dissi che mi reputavo fortunato ad averne uno ed al fatto che avevo potuto così tirare avanti la mia famiglia, composta da mia moglie e due figli: la femmina ormai di 20 anni ed il maschio di 10. Che mia figlia adorava il fratellino sin dalla nascita, eccetera.
Insomma parlammo un po' e poi, a malincuore, proseguii lungo il corridoio tirandomi dietro il carrellino con gli attrezzi per le pulizie. Gli ripassai davanti al ritorno, spingendo lo stesso carrello. "Nella mia vita ho spinto più questo carrello che mia moglie" gli dissi sorridendo. Non so se lo dissi involontariamente o meno, lasciando spazio ad un certo doppiosenso. Mi rispose con un sorriso devastante per la mia virilità. Era bello come un angelo disceso in terra.
Il fato (forse) ha voluto che lui finisse la visita proprio mentre mi accingevo a staccare dal lavoro e ci ritrovammo davanti all'ascensore. Gli domandai come era andata e mi disse che il medico non gli aveva riscontrato niente di anomalo. Parlavamo tranquillamente ma gli sguardi che ci lanciavamo dicevano molto di più sicché, ...