1. I SOGNI MUOIONO ALL'ALBA


    Data: 17/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: chiodino

    ... bello anche così, ormai stanco e quasi rilassato. Voglio vederlo orgoglioso, svettante. Lo lambisco. Lui sorride. Mi carezza il capo. me lo bacia, ma non è quello che voglio. Lo lambisco di nuovo, lo succhio. Il primo pompino della mia vita. Non so come fare, padrone. Prova lo stesso, mi dice Lo stringo tra le dita. Lecco lo scroto e, come ha fatto lui percorro la fessura tra le natiche. Cerco e trovo facilmente il buchetto, lo premo con la lingua puntuta, ma non è questo che voglio. Torno alle palline, torno alla sua nobile verga, al grosso cazzo. Più grosso del mio almeno, e più lungo del mio. Ormai l'ho conosciuto, lo conosco intimamente, a fondo. Lo lecco. Lo succhio. Calando la testa, stringendolo appena tra le labbra socchiuse, lo faccio scivolare sulla lingua, una passatoia per cazzi, lo voglio dentro fino alla gola, dentro alla gola. Non ci riesco. Mi cresce in bocca però. Si allunga, torna vivo, esigente,prepotente. Si svuota dentro di me per la terza volta. Non mi spiace il suo sapore. sputo nella tazza del bagnetto. Quando torno ripulito lui dorme. E' notte fonda. Sdraiarmi nel suo letto? Lo desidererei ma non oso. Silenziosamente raccolgo la vestaglia e torno nel mio di letto.Torno in me. Ore di di dubbi, paure, vergogna, perchè no, pentimento. E adesso? Si intreccia il bruciore alla vergogna ed al timore di essermi fatto marchiare. Sei un culo, mi dico. Si certo. No non è vero.Ma al tempo stesso il lavoro. Se mi licenzia? Se non mi licenzia cosa sono,cosa sarò. ...
    ... Il suo culo. Mi è piaciuto? Mi dico di no e mento. Al tempo stesso... almeno un poco...o molto? E' deciso. Una decisione dolorosa, sofferta e drammatica. Tornare fuori al freddo, alla fame, ad un futuro certamente buio. Ma è la sola decisione possibile. In poche ore tutto è finito, ho perso tutto. Fa presto mattina, siamo in estate. La mia vecchia valigia. Le altre mie vecchie cose non esistono più, buttate dal dottore, indignato per il loro stato. Biancheria, l'abito estivo e quello invernale che mi ha regalato. I libri e poco altro. Jeans e maglietta, il giubbino e sono pronto. Allo scrittoio per spiegargli. Non è facile .Ho il magone, ma in tasca ho i documenti del mio conto in posta. Mesi di salario quasi intatti. Ci riprovo. Forse riesco a dare il terzo esame. Certamente rimpiangerò questa sistemazione, la camera, il bagnetto tutto per me ed il dottore, un datore di lavoro fuori dell'ordinario anche se...mi ha rotto il culo. Lo sento bene e continuerò a sentirlo per qualche giorno. Comincio a scrivere. Vestito di tutto punto secondo lo stile giorno festivo il dottore entra. La porta era aperta, dice. Vieni in sala. Poi: te ne stavi andando lasciando solo una lettera. E' una accusa che mi muove. Si dottore, è la mia risposta. Non posso restare. Mi fissa un attimo. Pure questo uno sguardo che non ho mai visto. Un'altro e diverso ovviamente anche rispetto a quello, famelico, di qualche ora fa a letto. Uno sguardo affettuoso. E' stata colpa mia, ti ho forzato, fatta violenza. ...
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