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    Data: 19/01/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: redice2

    ... mangiare per cena. Lo scopo ancora più forte, allora lui con una scusa su di un passaggio delicato su un documento che sta leggendo la saluta e riaggancia.
    
    “Come cazzo hai fatto a mantenere il tono di voce normale?”
    
    “Il mio lavoro mi obbliga ad essere un gran para...culo”
    
    “Si ma adesso il tuo culo te lo paro io...”
    
    E gli do' due botte di reni che gli affondo il cazzo sino alle palle.
    
    Non ce la faccio più e sborro nel preservativo mentre anche lui viene in un fazzolettino che teneva in mano per non sporcare il tappeto sistemato sotto la sua poltrona.
    
    Tiro fuori il mio cazzo, piano piano, raccolgo il condom in un fazzolettino e gli chiedo se posso andare in bagno per fare un piccolo bidet.
    
    Esco dalla sua stanza e mi dirigo al bagno. Un bagno completamente bianco. Tazza, due lavandini, vasca, bidet, piastrelle tutto bianco. Sul bidet trovo un flacone del doccia schiuma che preferisco. Gliene avevo parlato una volta che ci eravamo visti e lui oggi si è ricordato. Questo piccolo gesto mi piace, è un piccolo pensiero.
    
    Torno di là, ...
    ... lui si è già rivestito. Abito intero a due bottoni, calzoni stretti sulle cosce, la cravatta è tornata sopra la sua camicia bianca. Si è seduto sulla poltrona e mi guarda mentre mi vesto.
    
    “Lo sai, ho voglia di due maschi. Tu conosci qualcuno?”
    
    “In questo momento no. Ma se tu mi dai l'ok posso provare a trovare qualcuno.”
    
    “Va bene. Mi raccomando, inutile che te lo dica, fidato e sicuro.”
    
    “Va bene. Ci sentiamo. Alla prossima.”
    
    Mi avvicino a lui e da sopra la camicia gli stringo il capezzolo sinistro e gli dico,
    
    “Sei un magnifico maschio. Ti vorrei in un letto...”
    
    “Chissà, forse un giorno ci riusciremo.”
    
    “Ciao.”
    
    “Ciao.”
    
    Mi incammino lungo il corridoio ormai in penombra, arrivo alla porta dello studio, l'apro e scendo le scale con tranquillità.
    
    Arrivo al portone principale l'apro e sono in strada.
    
    Guardo il mio orologio e sono le 18.34.
    
    Penso tra me, guarda un po' ancora un minuto e potevamo fare 50 sfumature di…
    
    Ma no, non ne vale la pena, molte volte la realtà supera di gran lunga la finzione letteraria.
    
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