Lo Specchio
Data: 23/01/2018,
Categorie:
Lesbo
Trans
Altro,
Autore: Golem, Fonte: RaccontiMilu
Laura si piaceva.Lo si capiva dal suo passo deciso quando scendeva dall’autobus che la accompagnava in università, dal modo sicuro in cui entrava nell’affollata aula magna, dalla maniera in cui si sedeva, quasi sdraiata, con le calze strappate in bella vista e gli stivali neri che poggiavano sul banco davanti a lei, in fondo, dove tutti potevano vederla tranne il professore, lontano al centro della sala. Lo potevano intuire tutti, guardando il modo in cui si vestiva, così diverso da tutte quelle ragazze ”alternative e insicure”, le quali finivano per indossare una divisa di ipocrisia. Laura, questo lo si vedeva da lontano, non aveva bisogno di divise, di costumi o di vestiti speciali per essere unica, la si sarebbe notata ovunque, con chiunque, qualsiasi abito lei indossasse.Non era solo il carattere di Laura che la rendeva unica, la sua personalità era forte, determinata, sicura, è vero, ma anche il suo corpo lasciava poco spazio alla mimetizzazione. Era alta, tanto per cominciare, molto più alta delle sue amiche, le quali si trovavano a fissarla dal basso esterrefatte ogni qualvolta lei arrivasse e, sebbene non fosse certo una giocatrice di basket, con il suo metro e settantotto finiva per sovrastare anche molti degli uomini che conosceva. Oltre all’altezza, poi, c’era la sua fisionomia: aveva spalle larghe, come quelle di una nuotatrice, ma più morbide, più femminili, spesso nascoste dai suoi lunghi ricci rossi, che si sarebbero visti al buio dato il loro colore ...
... acceso. I suoi seni, mai troppo sfoggiati ma nemmeno nascosti, erano grandi come meloni maturi e, molti avrebbero scommesso, altrettanto dolci e piacevoli da assaporare. La vita della ragazza era più piccola; non certo quella di una bambolina anoressica ma comunque più piccola di quello che ci si sarebbe aspettato da una ragazza fornita di curve e spalle come le sue. Il ventre appena accennato, sodo, candido e la schiena, decorata da un solco che la percorreva dall’alto verso il basso, erano preludi alla sinfonia di rotondità che erano i suoi glutei e le sue cosce, perfetti esempi di geometria naturale, quasi fossero stati disegnati con il compasso, ed alle sue gambe, irresistibilmente lunghe e dritte, sebbene un po’ più grandi di quelle delle sue amiche.Che Laura fosse pazza di se stessa lo si capiva anche dal suo rapporto con gli uomini. C’era sempre un ragazzo intorno a lei, uno spasimante, un pretendente che, puntualmente, andava in bianco. Lei si divertiva così, a godere nell’essere ammirata senza ricambiare con complimento o stimolo alcuno, era tutto volto ad essere un rafforzativo della sua già immensa sicurezza. Le piaceva farsi dire quanto fosse bella, farsi desiderare, ammirare, sfiorare, a volte, dando a tutti l’illusione che stesse per cedere alla millesima lusinga o carezza per poi voltare le spalle a tutti, come per dire a tutto il mondo “Mi basto io!”C’erano solo due contraddizioni nel mondo di Laura; due piccole imperfezioni nel suo stile di vita che crepavano ...