1. Il ferro in culo o un figlio in pancia...(i rischi di lavorare sotto copertura)


    Data: 24/01/2018, Categorie: Etero Autore: Spettro82

    Il mio ospite assisteva alle evoluzione di quei corpi mascherati in modo lascivo, quasi come se l'abbraccio della poltrona dove era seduto gli arrivasse da una cosa viva.
    
    La serata che aveva organizzato nel suo appartamento sul Canal Grande era un affascinate affresco di musica ed emozioni completamente fuori dal tempo.
    
    Tra le tante belle donne presenti nel salone i suoi occhi non si staccavano per un solo istante dal corpo elegante della sua donna, mentre sbuffi di fumo regolari prendevano vita dal sigaro che stava gustandosi.
    
    Il fascino di sua moglie era qualcosa di tangibile e pulsante, la tenevo tra le mie braccia mentre lentamente ci facevamo guidare da una musica che sembrava essere l'espressione della voglia che i nostri corpi avevano di sfiorarsi e diventare una cosa sola.
    
    Come tutti noi quella sera indossava solo una elegante maschera carnevalesca, dai tratti severi ma affascinanti.
    
    " Tua moglie è sparita,immagino abbia trovato compagnia..."
    
    Quella che lei pensava essere mia moglie era in realtà una mia collega, che aveva accennato di lavorare sotto copertura per fare chiarezza su cosa realmente accadesse in queste feste esclusive che a volte lasciavano dietro di sé dei veri e propri misteri.
    
    "Seguimi!"
    
    Fu un sussurro, ma la sua voce non lasciò spazio a nessuna obiezione.
    
    Mentre seguivo il suo corpo nudo non riuscivo a smettere di fissare la forma del suo splendido culo.
    
    I capelli neri le danzavano sensualmente sulla schiena nuda mentre ...
    ... la seguivo in un labirinto di corridoi illuminati da una luce ovattata e quasi surreale.
    
    Arrivammo in un ala della casa particolarmente sfarzosa.
    
    Potevo sentire distintamente dei gemiti e delle voci provenire da dietro una porta chiusa di legno intarsiato.
    
    "Credo tu sappia cosa sta succedendo..."
    
    Mi chinai istintivamente per guardare.
    
    Il buco delle serrature mi aveva sempre affascinato fin da piccolo, quando lo usavo per spiare mia sorella mentre si faceva sbattere dal suo ragazzo.
    
    Avevo sempre avuto il dubbio che la mia presenza facesse parte del gioco.
    
    Ebbi un sussulto, lavorare in copertura a volte è duro, ma vedere ciò che stava accadendo nella stanza mi fece letteralmente trasalire.
    
    Conoscevo Patrizia al di fuori del lavoro, mamma di due bellissimi bambini e suo marito che di certo non avrebbe mai potuto immaginare ciò che stavo vedendo al di là di quel buco nella serratura.
    
    Patrizia era appoggiata con le mani su di un tavolone di quercia.
    
    L' uomo muscoloso alle sue spalle che indossava una maschera da leone la stava fottendo ritmicamente mentre lei ormai priva di maschera e completamente nuda lavorava di bocca un tizio di colore, dall'aspetto anonimo e non particolarmente bello ma che ostentava un pene oscenamente largo che la mia collega riusciva ad accogliere a fatica nella sua bocca.
    
    Sentii la mano di Anna scivolarmi lungo il cazzo.
    
    Ero colpevolmente duro e la cosa che più mi sconvolgeva era che mi eccitava vedere la decisione con ...
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