La voglia (punti di vista di due menti travolte dalla lussuria)
Data: 24/01/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Spettro82
Eccoci di nuovo seduti uno di fronte all'altra, ormai succedeva spesso, almeno tre o quattro volte la settimana.
Io e Lucia prendevamo tutti e due la metropolitana alla stessa ora, trenta minuti di nulla, che alcune volte passavano leggendo, parlando al telefono oppure stuzzicandoci con lo sguardo.
Il suo nome non lo conoscevo perché ci eravamo presentati ma perché giorno dopo giorno alcuni brandelli della nostra vita finivano per caso nelle orecchie dell'altro.
Sapevo come si chiamava e che era di Genova, dove tornava a vivere il week end a casa dei genitori.
Non notarla era stato impossibile.
Camminava sempre abbarbicata su di un paio di tacchi vertiginosi che la rendevano ancora più alta, scendevamo alla stessa fermata di metro e lavoravamo nello stesso centro direzionale.
Spesso indossava jeans o pantaloni che le avvolgevano come una seconda pelle il sedere più provocante che avessi mai visto.
Le sue natiche erano sodissime e danzavano in modo osceno ad ogni suo passo.
Lucia doveva avere poco meno di trent'anni, alta e magra quasi senza seno, portava i capelli corvini lisci e lunghissimi ad incorniciare un viso dai lineamenti eleganti a cui dava carattere un naso importante.
Nel complesso il suo volto ricordava quello di una bellissima nativa americana.
Ormai a suo agio mi considerava probabilmente parte del suo quotidiano e le dava sicurezza viaggiare nello stesso vagone in mezzo ad alcune persone che immancabilmente erano lì ogni ...
... giorno.
La settimana scorsa come spesso accadeva Lucia era salita alla fermata dopo della mia, la metro era pienissima e ci eravamo rassegnati ad aspettare che in stazione centrale un fiume di gente ci lasciasse un posto per sederci.
Una frenata brusca l'aveva fatta finire letteralmente tra le mie braccia, per un istante l'avevo stretta tra le dita, i suoi glutei di marmo si erano appoggiati languidamente al mio corpo mentre le mie mani la sorreggevano.
Non aveva avuto fretta di abbandonare quel abbraccio casuale, maliziosamente andò a tastare a sua volta la tonicita' del mio corpo muscoloso, lasciandosi cullare come se si fosse abbandonata con un tuffo di schiena all'abbraccio del suo mare.
"Scusami, forse dovrei passare alle ballerine"
Sorrisi e gli risposi che sarebbe stato un crimine contro l'umanità, anche lei scoppio' in una risata allegra mentre sentivo il calore del suo corpo staccarsi a malincuore dal mio.
Lavoravamo entrambi al pc, ma immancabilmente a turno i nostri sguardi si alzavano e cercavano l'altro per qualche istante che sembrava non finire mai.
Quando scendemmo per andare al lavoro ci salutammo quasi timidamente, la lasciai andare avanti di qualche passo e mi gustai ogni suo movimento fino a vederla scomparire nella portineria del palazzo a fianco di quello dove lavoravo.
Quella mattina come accadeva tutti i venerdì il suo abbigliamento era meno formale del solito, indossava una gonna sopra il ginocchio ed una camicia di raso azzurra che ...