Frate Chiodo
Data: 27/01/2018,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Edipo
... male tua madre?" Un colpo alla porta risuonò nella casa ma la ragazza sembrò non accorgersene. "Perché devi espiare i peccati di tua madre?", tornò a chiedere. I colpi alla porta si ripeterono. "Non apri?", chiese esitante il frate. Lei rise provocante. "Quando vedono che non apro, capiscono che c'è qualcuno e se ne vanno. Ma raccontami di tua madre!" Il vino faceva sudare frate Chiodo e al sudore seguì un senso di freddo giù per la schiena, e brividi su tutto il corpo. Per questo tremava mentre raccontava quello che la donna per tre volte gli aveva chiesto. Non aveva mai conosciuto suo padre. Poteva essere chiunque, dato il mestiere della madre. Vivevano in una casetta fuori del paese, bisognava andarci apposta per un viottolo e le donne non percorrevano mai quella strada, gli uomini invece guardandosi attorno, circospetti, di giorno, e confondendosi con il buio o la nebbia, di sera. Se la porta era chiusa e nessuno la apriva al bussare insistente, voleva dire che la padrona era impegnata. L'interno della casa era costituito di un'unica grande stanza che era cucina, sala e stanza da letto insieme, circondata da tanti piccoli ripostigli o armadi scavati nel muro. In uno di questi buchi la madre lo chiudeva quando riceveva gli uomini. Nel buio assoluto, il budello era gelido d'inverno e bollente d'estate e dopo poco mancava l'aria. Le grasse risate della madre e dell'uomo che intratteneva giungevano attutite, come da un altro mondo e il piccolo Agostino vagava con la mente ...
... in posti lontani, paesi dove i bambini non vengono chiusi a chiave e le donne non fanno certe cose con gli uomini. La madre beveva molto; a volte, dopo che era rimasta sola, si addormentava ubriaca e si scordava del figlio chiuso nell'armadio a muro. Quando la mattina dopo lo tirava fuori, il piccolo era quasi morto di spavento ed era sporco e puzzava come una capra per i bisogni che aveva sparso nella sua prigione. La madre si adirava perché aveva sporcato e lo batteva con una cinghia e a volte lui scappava per non essere picchiato ancora e correva con la camiciola addosso anche se era inverno e la gente lo vedeva nascondersi nei campi come un coniglio selvatico che ha paura di tutto. "E' una vergogna, qualcuno dovrebbe fare qualcosa per quel bambino", tutti dicevano ma il qualcuno non erano mai loro. Era un tempo in cui i genitori erano proprietari dei figli e nessuno metteva in discussione questo principio. Poi un giorno la madre lo lavò e pulì per bene, lo vestì quasi a festa e lo portò a un casale dove il padrone era un uomo grosso, con i baffi scuri e le occhiaie profonde e ancora più scure. L'uomo gli donò un sacchetto di caramelle e lo accarezzava e mentre lui succhiava una caramella voleva abbassargli il vestito ma lui gli tirò le caramelle addosso e una colpì l'uomo in un occhio e Agostino scappò come scappava quando la madre lo picchiava. Corse a perdifiato e trascorse la notte in un capanno abbandonato e il giorno dopo ritrovò la via di casa e la madre, quando lo ...